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Cronaca

Falso succo di mela biologico: nove arresti, sequestri anche a Salerno

La Guardia di Finanza di Pisa e ispettori del Ministero delle Politiche agricole hanno scoperto l'attività illecita con sequestri di oltre 6 milioni e mezzo di euro

Nove persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Pisa che ha sequestrato anche beni per oltre 6,5 milioni di euro in un'indagine su una maxifrode nella produzione e vendita di falso succo di mela biologico, come riportano i colleghi di Pisatoday.

L'inchiesta

L'operazione, ribattezzata "Grimilde" e coordinata dalla procura della Repubblica di Pisa, ha permesso di disarticolare un'organizzazione criminale che operava fra la provincia di Pisa, Salerno, Avellino, Serbia e Croazia. L'indagine, in collaborazione di Eurojust, è  stata condotta dagli ispettori del dipartimento Antifrode del Ministero delle politiche agricole (Icqrf) e dai militari delle Fiamme Gialle.

La scoperta

Quintali di succo, biologico sono sull'etichetta, sono finiti sul mercato nazionale e internazionale di marmellate e confetture, per anni: otto le persone finite in manette e una nona, componente della banda, serba, alias il gestore di una società riconducibile agli imprenditori italiani, è destinatario della misura cautelare ma le autorità serbe non hanno collaborato con gli investigatori, per cui non si sa se venga o meno eseguito l'ordine di carcerazione. Oltre a 1.411 tonnellate di prodotto adulterato e falsamente designato 'biologico' (succhi, confetture e conserve alimentari) per un valore di circa 4,9 milioni di euro.

Il sistema

In sostanza, il prodotto veniva realizzato da aziende formalmente localizzate in Serbia e in Croazia, ma di fatto gestite direttamente dall'Italia da due fratelli imprenditori pisani, collocati al vertice di un'associazione a delinquere. Dal 2012 e fino a novembre 2018 i due fratelli hanno goduto dell'interposizione fittizia di aziende croate che provvedevano a sdoganare il prodotto in realtà ottenuto in Serbia, con la produzione di falsi documentali finalizzati a legittimare il prodotto. E' emerso, peraltro, che i succhi di mela ottenuti in Serbia erano prodotti in modo illecito partendo da frutti non idonei all'alimentazione umana, in quanto deteriorati o in avanzato stato di decomposizione, anche per l'elevata presenza di micotossine o contaminati con prodotti chimici non ammessi in agricoltura biologica (fungicidi, insetticidi ed erbicidi). Inoltre, il prodotto veniva adulterato aggiungendo - al succo base - acqua e zuccheri di diversa qualità, conferendo così al prodotto finito un profilo chimico il più possibile simile a quello della mela. Oltre a falsificare la certificazione di prodotto biologico e di provenienza europea, l'associazione ha anche evaso le imposte mediante imprese  costituite all'estero ma gestite, nei fatti, dall'Italia. Il cerchio è chiuso.

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