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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Deceduto per una garza dimenticata nell'addome: reato prescritto

Nell'ottobre del 2001 l'uomo fu operato nel reparto di Urologia del Ruggi per una cistectomia radicale. La sentenza di primo grado ha appurato che al termine dell'intervento furono dimenticate nello scavo pelvico una garza ed una striscia di stoffa

Qundici anni per una sentenza di secondo grado: questo è quanto hanno dovuto aspettare i familiari di Silvio Criscuolo che nel 2002 è morto a causa di una garza dimenticata nell'addome dall'equipe medica che l'aveva operato l'anno precedente al Ruggi. Il reato, però, in questi 15 anni è caduto in prescrizione. Come svela il quotidiano La Città, infatti, la Corte d'Appello di Salerno ha preso atto del decorso della prescrizione ed ha dichiarato estinto il reato.

La vicenda

Nell'ottobre del 2001 Criscuolo fu operato nel reparto di Urologia del Ruggi per una cistectomia radicale. La sentenza di primo grado ha appurato che al termine dell'intervento furono dimenticate nello scavo pelvico una compressa di garza di 7 centimetri e una striscia di stoffa di 15 che innescarono l'infezione che portò al decesso l'uomo.

Il processo

Con l'accusa di omicidio colposo erano andati a processo l'allora primario di Urologia ed il secondo chirurgo presente con lui in sala operatoria. Altri 6 medici sono, invece, stati assolti dalla sentenza di primo grado nel 2009. Per i familiari di Criscuolo dal punto di vista del risarcimento del danno, pagato negli scorsi anni dal Rugg, nulla è cambiato ma dal punto di vista penale la situazione è come non fosse mai accaduta.

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