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Cronaca

Goletta Verde: sette degli otto punti monitorati a Salerno sono "fortemente inquinati"

L'istantanea regionale sulle acque costiere dell'equipe tecnica della Goletta Verde è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a Salerno

Cariche batteriche ben oltre il consentito quelle riscontrate nella città capoluogo (spiaggia antistante via Mantegna sul Lungomare Marconi e alla foce del fiume Irno sul Lungomare Marconi), a Pontecagnano Faiano (Foce del torrente Asa, in via Mare Jonio – lungomare Magazzeno), a Battipaglia (canale di scarico idrovora, presso fine via Mimbelli in località Lido Lago), a Capaccio (foce del fiume Capodifiume, in località Torre di Paestum-Licinella), ad Agropoli (presso la foce del fiume Solofrone), a Castellabate (foce del rio Arena di Ogliastra Marina). Unico punto nella norma quello nei pressi della Torre Saracena di Amalfi, facendo riferimento ai valori previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010). Questa la triste fotografia del salernitano offerta da Goletta Verde di Legambiente.

La crisi della depurazione in Campania non risparmia nessuno: ben 21 punti sui 31 monitorati da Goletta Verde risultano “fuorilegge” e la copertura depurativa esiste solo per il 60% degli abitanti. Ciò equivale alla presenza di scarichi non trattati adeguatamente con presenze di valori di Escherichia coli e enterococchi intestinali al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente. Per 18 di questi punti (tra cui quelli del salernitano) il giudizio è addirittura di “fortemente inquinato”. Una sfida, quella della depurazione, che la Campania non risulta ancora essere pronta ad affrontare nel modo giusto. "Tutto questo mentre anche l’Unione Europea ci chiede di fare presto: la nuova procedura di infrazione arrivata nei mesi scorsi coinvolge addirittura 115 agglomerati urbani campani, classificando la Campania tra le regioni peggiori e con il maggior numero di anomalie circa il trattamento dei reflui", come osservato da Legambiente che fa appello alla Regione affinchè provveda  porre fine a tale scempio.

L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica della Goletta Verde è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a Salerno da Giorgio Zampetti, portavoce di Goletta Verde, Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania e Gianluca De Martino, presidente del circolo Legambiente “Orizzonti” di Salerno. Legambiente ha anche presentato il reportage fotografico “Mare monstrum campano”: venticinque scatti – realizzati da Marco Valle – che mostrano scenari inquietanti sullo stato in cui versa la costa campana. Da Caserta a Salerno, passando per Napoli, dalla foce dei Regi Lagni a Castel Volturno, allo sbocco del depuratore di Cuma, dalla spiaggia di Mondragone alla spiaggia di Marina di Stabia. I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente dal 19 al 22 giugno. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come“inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. Critica la situazione anche in provincia di Salerno, dunque, dove ben sette degli otto punti monitorati sono stati giudicati “fortemente inquinati”.

“L’obiettivo del nostro monitoraggio è quello di mettere in luce le situazioni critiche che ancora permangono lungo la costa, prelevando i nostri campioni nei tratti di mare con maggiore afflusso di bagnanti o proprio laddove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato anche dal decreto legislativo 116/2008 –  ha detto Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente. Il nostro fine è quindi diverso da quello delle autorità preposte, alle quali non vogliamo sostituirci, ed è indirizzato a scovare le criticità di un sistema depurativo che in Campania, cosi come nel resto del Paese, funziona a singhiozzi ed è ancora del tutto insufficiente per tutelare la salute del mare e dei cittadini. La fotografia scattata da Goletta Verde in Campania – aggiunge Zampetti –  raffigura una regione in evidente difficoltà sul fronte della depurazione. E questo non lo diciamo solo noi ma anche l’Europa che con l’ennesima procedura di infrazione accusa oltre 100 agglomerati campani di non trattare i propri reflui in maniera efficiente. E di questo siamo preoccupati, da un lato per le salate multe che potrebbero incombere su questa regione e dall’altro per la mancata lungimiranza politica verso tutela di un territorio meraviglioso che potrebbe fare del turismo e della sostenibilità una carta vincente per superare la crisi”.

I risultati di Goletta Verde sul fronte dell’inefficienza depurativa della regione sono anche confermati dai dati dell’ArpaC, ente preposto alle analisi ufficiali, da cui risulta che ben il 20% della costa negata alla balneazione. In Campania il 12% della costa, pari a circa 60 su 490 Km, risulta permanentemente esclusa dal monitoraggio e dalla balneazione, per la presenza di foci inquinate e di porti ed in minima parte di aree marine protette. Un ulteriore 8% della costa Campana, pari a circa 41 Km, risulta invece vietata alla balneazione a causa dell’inquinamento. Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, direttore della Comunicazione del COOU. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Campania il COOU ha raccolto 13.961 tonnellate di olio usato, di cui 2.443 a Salerno, evitandone così lo sversamento nell’ambiente.

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