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Cronaca

Il libro mezzogiorno in progress, non siamo meridionalisti: presentazione ad Agerola

A Cura di Valentina Busiello

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Agerola. Al Palazzo Acampora, con la straordinaria accoglienza del Sindaco il dottore Luca Mascolo. Su Sentieri degli Dei, Festival dell’Alta Costiera Amalfitana, si e’ svolta la presentazione del libro Mezzogiorno in Progress? Non Siamo Meridionalisti, a cura del Direttore Antonio Corvino, il Direttore Francesco Saverio Coppola, Editore Rubbettino. Lo stirico Palazzo Acampora risalente al XVIII secolo, dimora e architettura patrizia dell'alta Costiera Amalfitana, residenza da oltre duecento anni degli Acampora di Corfù, il casato come testimonia il predicato di Corfù affonda le sue origini nelle nobili famiglie che, durante la dominazione veneziana dell'isola greca protrattasi sino ad oltre la metà del settecento, dominarono sull'isola stessa. Il legame con la città lagunare è altresì testimoniato da alcuni mosaici in pasta vitrea, presenti nel palazzo, provenienti da Murano e risalenti alla fine del diciannovesimo secolo, in cui si elogiano le virtù e le origini della famiglia Acampora ed in particolare del Cavalier Francesco. La presentazione svolta all’interno dei giardini verdi di Palazzo Acampora. I relatori, il Direttore OBI Antonio Corvino, il Presidente IRES Campania Giovanni De Falco, Il Segretario Generale CGIL Campania Nicola Ricci, il Presidente AssoMiMe Luigi Snichelotto, il Sindaco della citta’ di Agerola Luca Mascolo, il Professore Giuseppe Mannini Coordinatore, Lorena Coppola Presidente della Fondazione Léonide Massine e Member Of The International Dance Council CID-UNESCO; il Professore Francesco Saverio Coppola Segretario Generale dell’Associazione Internazionale Guido Dorso, AssoMiMe, che di recente e’ stato nella citta’ di Otranto presso il Castello Aragonese per discutere come relatore alla presentazione del libro del Direttore Roberto Napoletano. Dice: “Il grande scippo, divario Nord Sud, l' Associazione internazionale Guido Dorso (Assodorso) e l'Associazione Mezzogiorno Italia Mediterraneo, Europa (AssoMiMe) del Presidente Luigi Snichelotto, aderenti all’Alleanza degli Istituti Meridionalisti (A.I.M), un evento culturale sullo sviluppo del Mezzogiorno. Assodorso e AssoMiMe, insieme ad Obi (Osservatorio Banche e Imprese di Economia e Finanza) e altre Istituzioni meridionaliste, facenti parte dell’A.I.M, nel mese di maggio 2020 hanno predisposto un documento programmatico da titolo “il Miracolo prossimo venuto dall’Italia, passa dalla locomotiva Mezzogiorno, in cui lo sviluppo del Sud è basato sulla implementazione e sulla connessione di sei piattaforme, produttiva, logistica, scientifica - tecnologica, finanziaria - creditizia, conoscenza, coesione sociale. Tema centrale del documento è la creazione di un proprio motore di sviluppo verso il Sud, che operi in sinergia e non più in dipendenza da quello Nord. La visione delle nostre Associazioni per lo sviluppo del Sud resta nazionale, europea e mediterranea. Lo sviluppo del Mezzogiorno, in questa delicata fase della ripresa, è un tema importante, anche alla luce dei finanziamenti previsti dal Recovery fund e degli investimenti dedicati dai previsti interventi pubblici. Il libro rivolge la sua attenzione alle critiche mosse al Sud, squarcia il velo su molti luoghi comuni che riguardano i cittadini e i territori meridionali, che in questi anni hanno alimentato polemiche volte, coscientemente o incoscientemente, ad indebolire le politiche per il Sud, giocando e favorendo un immaginario collettivo negativo che penalizza la reputazione dei nostri territori e ha favorito le correnti migratorie delle giovani generazioni. Non è stata solo distorta la corretta informazione, ma facendo leva sul criterio della spesa storica sono stati sottratti al Sud a favore delle regioni ricche del Nord, negli ultimi dieci anni, circa 600 miliardi, 60 miliardi all’anno. L’incontro ad Otranto e al Palazzo Acampora di Agerola, sono due appuntamenti perfettamente collegati. Ad Otranto abbiamo dimostrato con la presenza del giornalista di lungo corso come il Direttore Roberto Napoletano, tutte le sottrazioni di fondi che sono stati fatti al Sud, in particolare una cifra di circa 61 miliardi che sono andati in direzione verso alcune Regioni e Comuni del Nord Italia. Parlando di “scippo” c’è quello bancario che e’ stato fatto al Sud, quello sui giovani. Togliere da una societa’ i giovani e farli emigrare e’ una perdita di un patrimonio culturale che lede la futura classe dirigente, un esempio: Un giovane da 0 a 18 anni costa mediamente circa 200 mila euro, se vanno via circa 60 mila giovani all’anno, il nostro Sud e’ come se perdesse circa 12 miliardi di euro, che le famiglie Meridionali hanno investito nei giovani, e poi c’è il problema della perdita del patrimonio. Ad Agerola nel settecentesco Palazzo Acampora, abbiamo discusso su cosa si deve fare, discutendo su queste tre forme di scippo, dei fondi pubblici, bancario, e quello dei giovani, cercheremo di parlare di riequilibrare il discorso su cosa si deve fare di concreto, e il libro Mezzogiorno in Progress, e anche l’appendice successiva su che cosa fare del Sud con le famose piattaforme interconnesse ed implementate, e’ una lettura del Sud nuova. Sosteniamo la questione Italiana, se l’ìItalia non si riunisce di nuovo, e in una visione unitaria, va’ a fondo il Sud e il Nord. Il libro “Mezzogiorno in progress? Non siamo meridionalisti” promosso dall’Osservatorio di Economia e Finanza di Bari, presieduto da Salvatore Matarrese, curato da Antonio Corvino e Francesco Saverio Coppola, è una opera corale che ha visto nella sua elaborazione la partecipazione di 60 autori. Il volume, edito dalla casa editrice Rubbettino presentato ad Agerola nell’ambito del festival "Sentieri degli Dei". Il libro è stato già presentato presso il Parlamento Europeo il 5 febbraio 2020. Il volume vuole essere uno stimolo e un richiamo per il Mezzogiorno. Economisti, sociologi, imprenditori, intellettuali e rappresentanti della società meridionale mettono a disposizione di quanti sono chiamati a decidere nelle sedi istituzionali elementi di riflessione e sollecitazione per una conoscenza più ampia e approfondita del Mezzogiorno, delle sue opportunità e delle sue prospettive. La speranza degli autori e dell’Osservatorio di Economia e Finanza è che questo lavoro, realizzato a più mani possa travalicare i confini dell’impegno letterario per divenire uno strumento utile di conoscenza, di approfondimento e di coinvolgimento, in vista dell’auspicabile obiettivo per ogni italiano di dare al Mezzogiorno quella centralità che è indispensabile affinché diventi per il Paese una grande opportunità di sviluppo e crescita alle giovani generazioni e a tutti i meridionali il sogno di un Sud protagonista della propria storia nonostante tutto. Si tratta di un’opera assai ampia che costituisce un mosaico del Mezzogiorno osservato nelle sue diverse sfaccettature, il volume contiene informazioni e stimoli che possono convogliare sempre più l’attenzione dei policy makers sui temi trattati, al fine di individuare politiche più efficaci per il Mezzogiorno. Il Sud può risollevarsi in una visione europea di coesione territoriale visto che ad oggi in ambito nazionale ha avuto poca attenzione. Ai cittadini meridionali l’impegno a non arrendersi mai. Divario e arretratezza non sono più i termini giusti per descrivere il Mezzogiorno, rispetto al quale vanno esaltate le eccellenze cercando di superare i divari con i territori più sviluppati. Lo sviluppo economico e sociale di un territorio presuppone il superamento di egoismi territoriali che sono la prima causa della decadenza delle nazioni; l’Italia ha bisogno di ritrovare l’unitarietà economica e sociale per competere nel mondo. La diffidenza, l’intolleranza e il crescente sovranismo devono essere affrontate attraverso la riduzione delle disuguaglianze di ogni tipo incontrate quotidianamente da cittadini europei. La lotta contro tali disparità, il mantenimento di condizioni di vita dignitose, e il rispetto dei diritti richiedono un’azione coordinata a più livelli, caratteristica della politica di coesione che non deve servire solo per cogliere le opportunità connesse ai cambiamenti tecnologici o climatici, ma deve anche consentire agli enti locali e regionali di creare opportunità per i loro cittadini. La ricerca scientifica è chiave di volta e punto di partenza per costruire interventi utili a colmare il gap tra Mezzogiorno e resto del Paese, nell’interesse, soprattutto, del Paese stesso. La ricerca e la formazione presentano già esempi di assoluta eccellenza, a fronte di finanziamenti inadeguati; bisogna lavorare ulteriormente sul trasferimento della conoscenza. Università , centri e infrastrutture di ricerca sono i presidi da cui ripartire. In Italia le diseguaglianze territoriali e sociali sono ulteriormente aumentate con la crisi finanziaria del 2007. Una crisi che ha aggravato il dualismo all'interno del nostro Paese e che ha fatto esplodere la persistenza di una questione "sociale" dimenticata. L'attenzione rivolta, anche dalla politica di coesione, al rilancio del mercato e della competitività, senza tenere conto di come esso impatti sulle fasce più disagiate e vulnerabili, ha prodotto un doppio paradosso. Da un lato, l'economia meridionale stenta a crescere, nonostante i Fondi Strutturali, e dall'altro la mancata integrazione tra politiche per lo sviluppo e politiche sociali, ha finito per generare un effetto perverso, con le condizioni di vita delle popolazioni meridionali che peggiorano. In prospettiva, le politiche per lo sviluppo vanno ancorate al superamento della disoccupazione, della discriminazione di genere e della povertà, soprattutto minorile. Occorre dunque ripensare le finalità economiche rimettendo al centro i bisogni umani e sociali che devono soddisfare. Per parlare di Mezzogiorno bisogna partire dai ventuno milioni di abitanti e i sei milioni circa di occupati. Il rapporto 1 a 4 mostra quanto grandi debbano essere gli sforzi per superare questo gap. L’unica strada per consentire all’Italia di rimanere tra i grandi d’Europa è trovare vie alternative che consentano di evitare al Mezzogiorno lo spopolamento, l’abbandono delle campagne, e dei territori in generale Il Mezzogiorno cantiere in progress? Un cantiere sì, ma cantiere nazionale, europeo e mediterraneo. Il Mezzogiorno, la grande scommessa della nazione, deve tornare a crescere e ritrovare lo spirito di un’azione corale che ridia senso e direzione allo sviluppo dell’intero Paese. Tocca al Mezzogiorno, mettendo anche in discussione i suoi equilibri ed i suoi strumenti di programmazione e di governance, decidere del suo futuro. Lo Stato deve fare la sua parte. Per intero. Sul versante delle nuove frontiere dell’innovazione, della dotazione infrastrutturale, logistica e degli investimenti produttivi. Le scelte devono spingere il Mezzogiorno verso il centro delle relazioni internazionali e non bloccarlo ai margini del Mediterraneo. Ma la volontà e la capacità del Mezzogiorno, il suo orgoglio, sono dei must irrinunciabili" Il Direttore OBI Antonio Corvino, dice: “Il Libro Mezzogiorno in Progress, Non Siamo Meridionalisti, e’ nato da una intuizione, considerando lo scenario che si sta’ creando intorno al Mezzogiorno ad oggi, ma anche lo scenario che si è creato negli ultimi anni. In qualche modo guardare al futuro e capire in funzione di quello che e’ successo che cosa puo’ accadere, ecco perche’ il titolo “Mezzogiorno in Progress, Non Siamo Meridionalisti”. Il libro non vuole essere un rigurgito di Meridionalismo, vuole essere la presa di coscienza partendo da quelle che sono le prospettive di sviluppo, capire come quello che gia’ è successo sino ad oggi in termini positivi e negativi dev’essere ripreso e riutilizzato. Questo è il concetto di cui siamo partiti. Quindi anche quel sottotitolo “Non Siamo Meridionalisti” lo spieghiamo in questo modo. Poi c’è un’altra intuizione, in qualche modo siamo convinti che il Mezzogiorno sara’ quello che sara’ il Mediterraneo, siccome sono successe un po’ di cose, ritenevamo che bisognava rileggere il Mezzogiorno alla luce di quello che sta’ succedendo nel Mediterraneo. Storicamente il paradigma dello sviluppo nel ventesimo secolo percorreva una direttrice, quella Nord-Sud, Atlantica, e quindi in qualche maniera lo sviluppo avveniva sulle coste dell’Atlantico, Americane e Nord Europeo, negli ultimi anni soprattutto nel ventunesimo secolo si e’ aggiunta una seconda direttrice di sviluppo, Est-Ovest. Quindi ci sono degli scenari nuovi, prospettive nuove, quindi il Mezzogiorno come puo’ intercettare questa nuova direttrice. Da qui’ tutto lo sviluppo, le questioni attinenti la logistica come si risolvono poiche’ si possa intercettare questa nuova direttrice. Lo sviluppo industriale che e’ avvenuto fino ad oggi, come deve essere interpretato. Anche le questioni istituzionali, del credito, dell’Universita’, della Ricerca, come vanno reinterpretare e rilette alla luce di questo nuovo scenario che si sta’ creando. Poi c’è l’altro elemento fondamentale che riguarda la dimensione dello sviluppo del nostro Paese, l’Italia e’ un Paese cha da 30 anni non cresce, non solo al Sud ma soprattutto al Nord. E’ l’Italia che e’ bloccata. Siccome il Mediterraneo e’ diventato di nuovo il centro del Mondo, anche il Mezzogiorno lo puo’ essere, questo significa che bisogna recuperare i ritardi infrastrutturali, tecnologici, logistici, e cosi’ via. E c’è un ultimo aspetto molto importante che riguarda la destinazione delle risorse nel Mezzogiorno, noi da 30 anni non abbiamo piu’ risorse destinate al Mezzogiorno, perche’ alla fine degli anni 80 arrivarono i fondi strutturali, Europei, e quindi in qualche maniera i fondi Europei diventarono sostituitivi di quelli che erano i fondi nazionali, insorse contemporaneamente la cosiddetta Questione Settentrionale, per cui c’è stata questa idea che lo sviluppo del Mezzogiorno dovesse arrivare per tracimazione. C’è stata una Questione Settentrionale che e’ stata finanziata, potenziata, e di compenso c’è stata una Questione Meridionale che e’ stata abbandonata e poi dimenticata. Ecco perche’ noi con questo libro Mezzogiorno in Progress, Non Siamo Meridionalisti, abbiamo voluto un po’ rimettere in piedi cio’ che era stato rovesciato, e poi c’è nella seconda parte la testimonianza dei Meridionali che non si arrendono, che si tirano su’ le maniche lavorando dando dimostrazione di essere in grado di voler risolvere le questioni”. Il Presidente AssoMiMe Luigi Snichelotto imprenditore di successo insieme a sua moglie la Professoressa Laura Patrizia Cagnazzo Vice Presidente con delega alla scuola: “L’Associazione Mezzogiorno Italia Mediterraneo Europa, AssoMiMe, inizia il suo percorso con una serie di iniziative culturali, e con la musica che e’ anche la mia passione. C’è necessita’ di aggregazione, noi Meridionali siamo troppo individualisti, dobbiamo smettere di indossare questo abito che non ci aiuta nella nostra emancipazione sociale, culturale, economica, poiche’ sono dell’idea che il fare squadra sia una carta vincente, l’individualismo non ci aiuta, ci battiamo per questo, e perche’ ci sia una reciprocita’ di assistenza. Abbiamo partecipato all’Alleanza Istituti Meridionalisti, c’è da costruire questo clima di unione, svestire l’abito del protagonismo ed insieme creare aggregazione. Non possiamo pensare di andare avanti senza questo tipo di capacita’ e caratteristiche, e’ importante trovare un modo di collaborare in maniera scevra da ogni interesse personale. Dobbiamo combattere soprattutto contro l’ingnoranza, il separatismo, tutti questi aspetti che non ci aiutano, altrimenti dovremo realizzare l’Alleanza dei Istituti Mediterranei, l’Europa del Mediterraneo, tutti i Paesi rivieraschi, staremo a Nord e saremo noi frugali”.

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