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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Agropoli

Reclutavano straniere per schiavizzarle in agricoltura e come badanti: smantellata la rete in Cilento, in 9 nei guai

Persone in cerca di lavoro venivano reclutate in Romania e in Moldova da un’agenzia corrente in Chisinau (Repubblica Moldova), una volta raggiunta l’Italia, venivano dapprima condotte nel Cilento e poi avviate allo svolgimento ad Agropoli, di lavori agricoli in condizioni disumane

Carabinieri di Vallo  della   Lucania in azione: in  collaborazione con  il  Reparto Territoriale  di  Aprilia  e  con  le  Compagnie  di  Agropoli  e  Castrovillari,  i militari hanno  eseguito  9  misure cautelari  personali  emesse  dal  Gip  presso  il  Tribunale  Ordinario  di  Vallo su richiesta  della  Procura. Si  tratta  di  2  provvedimenti  di  custodia  cautelare  in carcere, 1 di custodia cautelare domiciliare e 6 di obbligo di dimora, per  associazione   a   delinquere   finalizzata   alla realizzazione  di  una  serie  indeterminata  di  delitti  di  intermediazione  illecita,  sfruttamento  del lavoro  di  cittadine  di  nazionalità  moldava  e  favoreggiamento  dell’immigrazione  clandestina. Ancora, di estorsione (i malviventi costringevano alcune cittadine di nazionalità moldava a consegnare loro del   denaro minacciando   di   abbandonarle   per   strada   e   farle   arrestare), reclutamento   di manodopera  costituita  da  cittadine  di  nazionalità  moldava  per destinarla  al  lavoro  di badanti  in  condizioni  di  sfruttamento  ed  approfittando  del  loro  stato  di  bisogno. I malviventi  reclutavano anche manodopera  in  territorio  moldavo  al  fine  di  avviarla  al  lavoro  in  Italia, organizzando  azioni dirette  a  procurare  illegalmente  l’ingresso  nel territorio dello Stato Italiano di cittadini di nazionalità moldava.

La scoperta

Le indagini condotte dai militari dell’Arma - le cui risultanze sono state condivise dall’Autorità Giudiziaria  vallese  sino  a  giungere  al  provvedimento  eseguito  questa  mattina - sono  partite territorialmente  in  Italia  grazie  all’attività  coordinata  dal  Servizio  per  la  Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip) e dall’ufficio dell’esperto per la sicurezza in Romania e Moldavia della Direzione Centrale della Polizia Criminale (DCPC) diretta dal prefetto Vittorio Rizzi. L’analisi e la costante condivisione delle informazioni tra le autorità italiane e quelle estere sui movimenti  e  attività  degli indagati    hanno  portato  ad  accertare  che  persone  in  cerca  di  lavoro venivano  reclutate  in  Romania  e  in  Moldova  da  un’agenzia  corrente in Chisinau  (Repubblica Moldova), e, una volta raggiunta l’Italia, venivano dapprima condotte nel Cilento e poi avviate allo  svolgimento ad Agropoli, di lavori  agricoli  in  condizioni  disumane  venendo  talvolta rinchiuse all’interno di casa in condizioni igienico sanitarie precarie. 

L'organizzazione

E’  venuta  così  alla  luce  una  stabile  organizzazione  criminosa  finalizzata  alla  consumazione  di una serie indeterminata di reati con l’attuazione di un vero e proprio reclutamento delle vittime in Moldova, a partire dall’organizzazione del loro arrivo nella città di Agropoli sino alla successiva messa a disposizione di un alloggio provvisorio nella frazione Schito di Pollica, allo smistamento delle  lavoratrici  in  diverse  località  del  Cilento,  alla  sostituzione  immediata  della  singola impiegata in  caso di insorgenza di problematiche  lavorative, alla  riscossione delle commissioni.  L’associazione  era  strutturata  con  un  vertice  composto  da  quattro  soggetti,  rispettivamente  due italiani  e  altri  due  Moldavi,  residenti  a Pollica  e  Agropoli, i  quali  ricoprivano  il ruolo  di promotori e organizzatori del sodalizio criminoso, in particolare reclutando dall’estero le vittime per poi farle giungere ad  Agropoli. Gli altri 5 ricoprivano un ruolo operativo quale quello  di  accompagnatori  delle  donne  di  nazionalità  moldova  presso  l’abitazione  di  Pollica  o quella  di  esattori  delle  commissioni  versate  al  consesso  dai  datori  di lavoro  delle  vittime  o, ancora,quella di sostituzione delle lavoratrici in caso di insorgenza di problematiche.

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