Incendio al deposito di rifiuti a Milano: gran parte provenivano da Napoli e Salerno
Secondo quanto risultato dalle indagini, gran parte dei rifiuti (circa il 38% di oltre 137mila tonnellate) veniva dalle raccolte urbane delle città di Napoli e Salerno
Sono 15 le ordinanze di custodia cautelare emesse in merito all'incendio di rifiuti che, lo scorso 14 ottobre, interessò un capannone i via Chiasserini, nel quartiere Bovisasca di Milano riempendo, per giorni, i cieli della metropoli lombarda di fumo. Dopo poco più di quattro mesi, la Squadra Mobile della Polizia, in collaborazione con i carabinieri del Noe e sotto il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia di Milano, sono riusciti ad individuare i titolari della discarica abusiva e responsabili del traffico illecito.
Le indagini
Secondo quanto risultato dalle indagini, gran parte dei rifiuti (circa il 38% di oltre 137mila tonnellate) veniva dalle raccolte urbane delle città di Napoli e Salerno. Quasi tutte le ecoballe recavano infatti la sigla 0191212, che corrisponde alla raccolta proveniente proprio dalle città. Nonostante quello che successe, i presunti criminali continuarono, anche nei giorni successi all'incendio, a stoccare i rifiuti in altri depositi tra Venezia, Verona e Lodi. Le indagini in merito all'incendio del capannone gestito dalla Ipb, un'azienda che si occupa di gestione e stoccaggio rifiuti, hanno portato all´individuazione di un'ampia rete di persone in tutta Italia che, con diversi ruoli e mansioni, gestivano abusivamente quantitativi ingenti di rifiuti speciali, costituiti prevalentemente da rifiuti indifferenziati urbani, per non meno di 37mila metri cubi. I rifiuti non venivano smaltiti regolarmente nei siti autorizzati ma accumulati ed abbandonati all´interno di vasti capannoni, affittati da società intestate a prestanome, con un enorme risparmio sui costi di smaltimento. Le 15 persone per le quali sono state emesse le ordinanze, di cui 8 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con l’obbligo di dimora nel comune di residenza, sono ritenute responsabili, a vario titolo, di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, attività di gestione dei rifiuti non autorizzata nonché intestazione fittizia di beni.