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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Pollica

Svolta nell'omicidio Vassallo, il fratello Massimo: "Boccata d'ossigeno". Legambiente: "Depistaggi sconcertanti"

Questa mattina nove persone sono state perquisite nell'ambito delle indagini sulla morte dell'ex sindaco di Pollica

“Una boccata di ossigeno dopo 12 anni trascorsi in apnea, come un sub che esce dall'acqua". Con queste parole Massimo Vassallo, fratello del sindaco "pescatore" di Pollica Angelo Vassallo, descrive all'Adnkronos la sensazione provata venendo a conoscenza dell'esecuzione di un decreto di perquisizione nei confronti di 9 persone nell'ambito delle indagini sull'omicidio del fratello Angelo, ucciso il 5 settembre 2010. 

Il commento 

Una notizia che rappresenta una svolta nelle indagini che si sono trascinate per anni senza riuscire a far luce sull'omicidio che ha sconvolto un'intera comunità. La Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, ha fatto sapere che l'ipotesi emersa dalle indagini è che il "sindaco pescatore" sia stato ucciso per impedire che denunciasse un traffico di droga che aveva scoperto nel porto di Acciaroli, frazione marina del comune di Pollica e località che, anche e soprattutto grazie al suo operato, è diventata tra le più apprezzate del Cilento. "E' il percorso che abbiamo da sempre individuato - ricorda Massimo Vassallo - ed era evidente che non ci fosse altra strada da percorrere rispetto al traffico di droga e al coinvolgimento di personaggi legati alle istituzioni. Siamo fiduciosi nell'attività di Borrelli e del pm Colamonici che abbiamo incontrato in questi anni e negli ultimi mesi".

Gli ambientalisti

Soddisfatti il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e la presidente di Legambiente Campania Mariateresa Imparato: “Dopo dodici anni dall' uccisione di Angelo Vassallo le indagini sembrano aver preso la giusta direzione. Sarà la magistratura a dover accertare dei singoli ma Vassallo, da Sindaco innamorato di Pollica e del porto di Acciaroli, non poteva tacere di fronte al tentativo della camorra di trasformare il territorio che lui aveva riqualificato, trasformandolo in una meta turistica di qualità, in una piazza di spaccio. Sconcertano sia i "clamorosi depistaggi" su cui indaga la Dda di Salerno sul presunto coinvolgimento di un alto ufficiale dell'Arma dei carabinieri. Dopo tanto buio finalmente si intravede la luce. Il nostro pensiero è rivolto alla famiglia di Angelo che non si è mai arresa lottando per la verità e giustizia”. 

  

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