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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Interrogatorio a monsignor Scarano: "Mi manca celebrare la messa"

Scarano ha respinto le accuse nel corso dell'interrogatorio durato quasi tre ore, mentre i suoi difensori hanno chiesto gli arresti domiciliari in una parrocchia

"Sta male, è molto provato e dorme male". Queste le parole dei difensori di  monsignor Nunzio Scarano, al termine dell'interrogatorio di garanzia tenutosi oggi a Regina Coeli. "È una persona - hanno aggiunto - che non si aspettava un esito di questo genere. Si è difeso validamente. Abbiamo chiesto quantomeno gli arresti domiciliari in un luogo dove può celebrare messa ed impartire i sacramenti". 

Attesa per domani, intanto, la pronucia del gip Barbara Callari, dopo l'interrogatorio "che è stato dettagliato" come hanno precisato gli stessi avvocati, ribadendo che don Scarano "ha dato tutte le spiegazioni possibili, collaborando in termini di estrema lealtà e onestà, riaffermando la sua buona fede e la sua disponibilità ad essere a disposizione dell'autorità giudiziaria italiana in qualsiasi momento". Gli stessi legali Sica, Caroleo Grimaldi e Paternostro hanno poi sottolineato come Scarano abbia "riaffermato con forza la sua moralità, la sua storia e il suo attaccamento ai valori religiosi facendo notare che ciò che più gli manca è di poter celebrare la messa".

Scarano, dunque, ha respinto le accuse nel corso dell'interrogatorio durato quasi tre ore, mentre i suoi difensori  hanno chiesto gli arresti domiciliari in una parrocchia. "Volevo fare un favore ai cugini Paolo e Cesare D'Amico", in virtù di un antico legame con il capostipite della famiglia di armatori, Giuseppe D'Amico, senza alcun interesse personale: queste le parole dell'accusato, secondo quanto si è appreso.

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