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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Oltre un milione di voucher in provincia di Salerno nel 2016: l'allarme della Feneal Uil

"Il dato - ha commentato Patrizia Spinelli della Feneal Uil di Salerno - è di per sé inquietante sia dal punto di vista dimensionale, ma anche nell'ambito del contesto regionale, perché, rispetto al 2015, l'incremento più alto si è registrato in Campania"

Quasi un milione di voucher venduti durante il 2016 nella provincia di Salerno. Questo è quanto risulta dalla graduatoria stilata dal Servizio Politiche del Lavoro della Uil in riferimento all'utilizzo dei voucher. La nostra provincia, quindi, si classifica al 50esimo posto, in senso assoluto, per utilizzo di voucher.  “Il dato – ha commentato Patrizia Spinelli, Segretaria provinciale della Feneal Uil di Salerno – è di per sé inquietante sia dal punto di vista dimensionale, ma anche nell’ambito del contesto regionale, perché, se guardiamo agli aumenti rispetto al 2015, l’incremento più alto si è registrato in Campania".

Secondo l'analisi della Uil oltre il 50% dei voucher nel 2016 sono stati utilizzati per prestazione effettuate in attività come l'industria e l'edilizia. “Non deve trarre in inganno - continua la Spinelli - la distribuzione territoriale dei voucher che individua il 64% dei buonilavoro venduti nel Nord (93,2 milioni), e il restante 36% suddiviso quasi equamente tra il Centro (26,3 milioni) ed il Mezzogiorno (25,8 milioni di voucher). Nel Mezzogiorno è evidente che scontiamo una massiccia diffusione di lavoro sommerso o illegale refrattario a qualsiasi ipotesi di tracciabilità e, quindi, anche a quella collegata ai voucher. In altre parole - incalza la segretaria della Uil - siamo di fronte ad una doppia emergenza: l’utilizzo distorto dei voucher in un settore ad altro rischio professionale come l’edilizia ed il sostanziale fallimento delle politiche governative finalizzate al contrasto del lavoro irregolare. Non può essere un caso che le dieci province con meno voucher venduti siano localizzate tutte nel Mezzogiorno, ad eccezione di Rieti. Significa – conclude Spinelli – che ci troviamo a contrastare una situazione estremamente grave: non solo ricorso selvaggio ai buoni-lavoro, ma persistente refrattarietà ad uscire dalle forme di lavoro non regolari. E’ chiaro che la lotta per garantire legalità e sicurezza sul posto di lavoro, soprattutto in settori, purtroppo, molto permeabili come l’edilizia, va non solo implementata, ma portata avanti con unità d’intenti e mezzi ispettivi e di vigilanza sempre più adeguati alla sfida in atto”.

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