“Limone Costa d’Amalfi”: un tesoro storico per la salute, ecco perchè
A seguito della scoperta della sua grande utilità nella lotta allo scorbuto, la malattia dovuta a carenza di vitamina C, gli amalfitani, iniziarono a disporre, sulle proprie navi, di scorte abbondanti di limone
Chiunque abbia un buon palato, non ha difficoltà a riconoscere il “Limone Costa d’Amalfi” IGP, prodotto pregiato dall'aroma e il profumo intensi grazie alla ricchezza di oli essenziali e terpeni. Studi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II hanno scoperto che questa varietà di limone è tra le più ricche in assoluto di acido ascorbico, la nota vitamina C. Prodotto di eccellenza, sia per il mercato del fresco che per la produzione del celebre “limoncello” è largamente usato in cucina. Nell’insalata, come condimento per il pesce e negli antipasti di mare, nonchè sui primi piatti della zona, sulle carni, il limone è sempre presente accanto. L'aroma inconfondibile di questo prezioso frutto è alla base di tante specialità del posto, come le mitiche “Delizie”, i “babà al limoncello”, le torte, i profitteroles.
I limoneti in Costiera risalgono ad epoche antiche: gli Arabi introdussero il limone in Spagna e in Sicilia e quindi in Campania. A seguito della scoperta della sua grande utilità nella lotta allo scorbuto, la malattia dovuta a carenza di vitamina C, gli amalfitani, iniziarono a disporre, sulle proprie navi, di scorte abbondanti di limone. Già nell’XI secolo, la Repubblica Amalfitana decretò, appunto, che a bordo delle navi vi fossero sempre provviste. Dal 1400 al 1800 altissima fu la richiesta, anche da parte di altri Paesi,dei limoni amalfitani. Da allora, lungo la Costa, i “giardini di limoni” sono andati crescendo di numero e di ampiezza nel corso dei secoli: rappresentano un vero tesoro per la nostra terra.