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Cronaca

Omicidio Tura De Marco, la decisione dei giudici: 16 anni di carcere a Luca Gentile

Il giovane salernitano uccise nel rione Fornelle Eugenio Tura De Marco, il padre della fidanzata. In primo grado, con il rito abbreviato, era stato condannato a venti anni di reclusione

I giudici della Corte di Appello e Assise hanno condannato a 16 anni di reclusione il giovane salernitano Luca Gentile, 24 anni, che uccise nel rione Fornelle Eugenio Tura De Marco, il padre della fidanzata Eugenio Tura De Marco. In primo grado, con il rito abbreviato, Gentile era stato condannato a venti anni di reclusione.

L'omicidio

Il caso di cronaca nera si consumò, la sera del 20 febbraio di tre anni fa, nel rione Fornelle, nel cuore del centro storico di Salerno. La decisione è della Corte di assise d'Appello di Salerno (presidente Massimo Palumbo) che, non riconoscendo la premeditazione, riduce, cosi', la pena inflitta in primo grado. Il 28 settembre del 2017, infatti, Gentile fu condannato, con rito abbreviato, a venti anni di reclusione. In Appello, la corte non ha accolto la richiesta di rinnovazione istruttoria presentata dall'avvocato di Gentile, Luigi Gassani, che è pronto a presentare ricorso per Cassazione. Il pm della procura salernitana, Elena Guarino, nell'aprile del 2017, non ritenendo possibile la concessione delle attenuanti, applicando solo lo sconto di pena previsto dall'abbreviato, chiese che Gentile fosse condannato a trenta anni. Il giovane, poco dopo il delitto, confessò di aver accoltellato il suocero sostenendo, tuttavia, di aver reagito ad approcci sessuali nri suoo confronti da parte di Tura De Marco. L'accusa replicò mostrando le foto dei luoghi in cui avvenne l'omicidio, incompatibili con la colluttazione tra i due raccontata dall'imputato. Nell'udienza di oggi, a porte chiuse, il 24enne ha reso spontanee dichiarazioni sul coltello da cucina usato per togliere la vita al suocero, mai trovato dagli investigatori; a farlo sparire per scagionarlo, dice, sarebbe stata la fidanzata, Daniela Tura De Marco, imputata, davanti alla Corte d'assise di Salerno, per concorso morale in omicidio, in quanto ritenuta responsabile di aver rafforzato il proposito criminoso del fidanzato.


 
 

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