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Cronaca

Le mani dei boss sulle agenzie di scommesse: arrestato anche un 44enne di Battipaglia

L'operazione, scattata alle prime luci dell'alba, è condotta dalla Guardia di Finanza di Palermo e sta coinvolgendo anche le province di Napoli e Salerno

Le mani della mafia sulle concessioni statali del gioco e delle scommesse a Palermo. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza che sta eseguendo, dall'alba di oggi, dieci misure cautelari personali e sequestrato imprese con volumi di gioco per oltre 100 milioni di euro. Scattano i sigilli anche in alcune agenzie di scommesse situate in provincia di Salerno

L’inchiesta

Su delega della Procura della Repubblica di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia, i Finanzieri del locale Comando Provinciale hanno dato esecuzione all'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo nei confronti delle dieci persone. Cinque sono destinatari di custodia cautelare in carcere. Si tratta di F. P. M. di 57 anni, S.S. di 55 anni, S. R. di 59 anni,  V. F. di 42 anni e C. T. di 44 anni di Battipaglia. Tre persone sono finite ai domiciliari. Si tratta di G.R. di 88 anni, A. M. di 26 anni e G. D. M. di 61 anni. A vario titolo sono indagati per la partecipazione e il concorso esterno nell'associazione di stampo mafioso Cosa nostra, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, "questi ultimi reati aggravati dalla finalità di aver favorito le articolazioni mafiose cittadine", dicono gli inquirenti. Nei confronti dei fratelli E. C.di 62 anni e M.C. di 65 anni è stata invece applicata la misura del divieto di dimora nel territorio del Comune di Palermo. 

I sequestri 

Con lo stesso provvedimento il Gip ha disposto il sequestro preventivo dell'intero capitale sociale e del relativo complesso aziendale di 8 imprese, con sede in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania, cinque delle quali titolari di concessioni governative cui fanno capo i diritti per la gestione delle agenzie scommesse; nove agenzie di scommesse, situate a Palermo, a Napoli e in provincia di Salerno, attualmente gestite direttamente dalle aziende riconducibili agli indagati, per un valore complessivo stimato in circa 40 milioni di euro. "Le attività economiche in esame sono state ritenute riconducibili al paradigma dell'"impresa mafiosa" - dicono le Fiamme Gialle - in quanto strategicamente dirette da soggetti appartenenti e contigui a "Cosa Nostra"; finanziate da risorse economiche provento del delitto associativo di stampo mafioso". Il provvedimento è in corso di esecuzione da parte di 200 militari della Guardia di Finanza, in forza ai Reparti di Palermo, Milano, Roma, Napoli e Salerno, che stanno inoltre effettuando decine di perquisizioni in luoghi nella disponibilità degli indagati situati oltre che in Sicilia, anche in Campania, nel Lazio e in Lombardia.

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