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Cronaca

Strage di Boston, torna in Italia Belpedio: la testimonianza

Il triatleta salernitano che ha preso parte alla Maratona di Boston racconta quanto accaduto: "Esperienza surreale, sembrava di vivere sul set di un film"

E' tornato dagli Usa, Cristian Belpedio dopo aver preso parte alla Maratona di Boston, colpita dal tremendo attentato. Racconta quanto vissuto, dunque, Cristian: "E stata un'esperienza surreale, sembrava di vivere sul set di un film - spiega - Sono arrivato al traguardo solo 5 minuti prima dello scoppio, eravamo tutti incanalati in un percorso guidato per smaltire il grande afflusso dei runners: ho avuto percezione della tragedia dal grande caos che si era creato nel mio albergo che distava 200 metri dal traguardo".

"Quando sono uscito per comprendere cosa fosse successo, la strada era completamente intasata di autombulanze e auto della polizia - continua l'atleta salernitano- La polizia ci ha chiesto di non uscire e rimanere rintracciabili per questioni di sicurezza. Alle 21 abbiamo ritrovato il nostro ultimo compagno di viaggio (eravamo 5): era stato bloccato sul percorso di gara. Polizia, reparti speciali, soccorsi americani sono stati efficentissimi: sono un grandissimo popolo, hanno coordinato soccorsi e protetto migliaia di persone, sia runners che civili, in pochissimo tempo dopo il vile attentato".

Corre per passione, Belpedio, ed anche per sostenere fini sociali, come la lotta contro l'atrofia spinale infantile (sma): "Il mio amico podista, Luca de Luca, è il papà di una bambina affetta da questa malattia: abbiamo fondato insieme Smarathon - conclude Cristian- Questa esperienza tragica vissuta insieme, ha rafforzato la nostra voglia di combattere contro ogni avversità della vita: torneremo sicuramente a Boston. L'America è grande".

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