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Cronaca

Mense per bambini nelle scuole a Salerno, nessuna esenzione ma rette basse

Secondo il report di Save the Children il secondo capoluogo campano risulta tra i primi in Italia per le rette più basse: 0,35 euro al giorno rispetto, ad esempio, ai 2,3 euro di Catania

In un report elaborato da Save the Children intitolato “(Non) Tutti a mensa”, che ha preso in esame in esame le mense delle scuole primarie nei 45 comuni capoluogo di provincia con più di 100 mila abitanti, sia rispetto alle condizioni per usufruirne -  tariffe, esenzioni, riduzioni, trattamento in caso di morosità - che agli standard qualitativi e include anche le opinioni di cento bambini e i disegni sulla loro mensa, di 6 città (Torino, Milano, Napoli, Bari, Crotone, Scalea). 

In più della metà (25) dei comuni monitorati, l’accesso a rette agevolate e a riduzioni è limitato ai soli residenti. In 6 comuni non è prevista alcuna esenzione dal pagamento neanche per le famiglie più povere. Sette comuni escludono il bambino dal servizio in caso di insolvenza dei genitori. Per quanto riguarda la qualità delle mense, dalla ricerca effettuata da Save the Children emerge che nel 90% dei casi il servizio è affidato a ditte esterne di ristorazione e per il 65% dei comuni il servizio viene effettuato esclusivamente con pasti trasportati da cucine esterne. Molti i comuni del Sud Italia (ad eccezione di Cagliari) che usufruiscono esclusivamente di servizi di refezione con pasti trasportati dall’esterno.
  
Ma com’è la situazione a Salerno? Il secondo capoluogo campano risulta tra i primi in Italia per le rette più basse: 0,35 euro al giorno rispetto, ad esempio, ai 2,3 euro di Catania. Ma il Corriere del Mezzogiorno simulandio, ad esempio, una richiesta da parte di una famiglia in situazione di povertà con Isee di 5000 euro e tre figli fa notare che, in tal caso, Salerno non garantisce in alcuna caso l’esenzione. E mentre 37 comuni su 45, in caso di genitori morosi non escludono i bambini dalla mensa, il Comune di Salerno e quelli di Brescia, Foggia, Modena, Novara, Palermo, Sassari e Taranto in caso di morosità escludono il bambino. 
 

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