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Cronaca

Tagli al personale e classi pollaio: mercoledì 4 settembre in piazza i precari della scuola

Nuovo attacco ai governi Berlusconi, Monti e Letta: "E' chiaro ora a tutti che i tagli alla scuola, in maniera trasversale, sono accettati da "destra" a "sinistra" con eguale entusiasmo"

L'anno scolastico si avvicina e la protesta dei precari del mondo della scuola sta per iniziare davanti agli uffici scolastici provinciali e regionali. Il prossimo 4 settembre, infatti, è pronta una mobilitazione generale in tutte le città italiane per difendere anche quest'anno i diritti dei dipendenti della scuola e degli studenti.

"Dopo i roboanti proclami del Ministro Profumo, che indice un concorso per una manciata di immissioni in ruolo e della attuale ministro Carrozza, che sbandiera un numero irrisorio di immissioni in ruolo (autentiche briciole) a fronte della richiesta reale delle scuole e il numero dei posti disponibili in organico di diritto e di fatto, le graduatorie - denunciano i precari della scuola - sono ancora intasate da più di 200.000 docenti specializzati che lavorano da anni e che aspettano di essere immessi in ruolo. E questo solo per parlare del piano lavorativo.Rispetto alle condizioni in cui versano le scuole e quindi alla qualità stessa dell’istruzione pubblica italiana basta ricordare pochi punti per rendersi conto che occorre una radicale inversione di tendenza e il rifinanziamento della scuola pubblica statale".

Di qui l'elenco dei problemi più stringenti:  il persistere delle classi pollaio con più di 30 alunni, del taglio del tempo pieno e delle copresenze, del mancato rispetto dei parametri sul sostegno, della presenza di scuole non conformi alle norme di sicurezza, del taglio dello specialista di lingua inglese alle elementari, del taglio al tempo scuola e alle materie nelle scuole superiori. "Nessuno - sottolineano - ha avuto il coraggio, ovvero la volontà politica, di annullare quello che era previsto dalla riforma Berlusconi-Gelmini-Tremonti e che invece è l’unica cosa da fare per ridare dignità e prospettive di vita ai docenti e qualità alla scuola pubblica statale".

"E’ chiaro ora  a tutti che i tagli alla scuola, in maniera trasversale, sono accettati da "destra" a "sinistra" con eguale entusiasmo.
La situazione nelle scuole italiane non è dunque cambiata con la fine del governo Berlusconi. Come il governo Monti -spiegano i precari della scuola - anche l'attuale governo Letta non vuole, ancora una volta, dire basta ai tagli alla scuola, non vuole investire sulla ricerca e sul futuro, non intende garantire il diritto allo studio (dalle materne all'università) e non vuole mandare in pensione chi ne ha diritto. Questa politica decisamente anti-egalitaria penalizza tutti ma soprattutto, come al solito, i più deboli, i disabili, i migranti, chi vive in territori disagiati". La situazione di continua emergenza (evidentemente voluta da chi ci governa) spinge ancora una volta i precari della scuola a scendere in piazza per chiedere: il ritiro dei tagli Gelmini e della riforma Fornero e l'immissione in ruolo su tutti i posti liberi e vacanti in organico di fatto e di diritto.
 

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