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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Camerota

Dramma al Ciclope, volano gli stracci tra sindaco e parroco di Camerota

La replica di Romano dopo la "scomunica" di don Gianni Citro: "Si strumentalizza il dolore di tutti per emettere sentenze sommarie gravide di livore".

E’ scontro aperto tra il sindaco e il parroco di Camerota sulla morte di Crescenzo Della Ragione, il giovane napoletano ucciso da un masso lunedì scorso durante una serata trascorsa all’interno della nota discoteca “Il Ciclope”. Nella giornata di ieri don Gianni Citro, nel corso della Santa Messa ha diffidato pubblicamente gli indagati per omicidio che ricoprono incarichi istituzionali (tra cui il primo cittadino) a partecipare a manifestazioni religiose, quali ad esempio le processioni, in forma ufficiale.

Di qui l’ira di Antonio Romano che replica al vetriolo: “Non comprendo quegli atteggiamenti che tendono, in questa tragedia, esclusivamente a ricavarsi spazi di visibilità, strumentalizzando il dolore di tutti per la perdita di una giovane vita, emettendo - tuona - diffide e sentenze di condanna sommarie, gravide di livore". Infine ricorda le parole di Papa Francesco: "Viviamo in tempi nei quali, tanto da alcuni settori della politica come da parte di alcuni mezzi di comunicazione, si incita alla violenza e alla vendetta, pubblica e privata, non solo contro quanti sono responsabili di aver commesso delitti, ma anche contro coloro sui quali ricade il sospetto, fondato o meno, di aver infranto la legge. Io - conclude il sindaco di Camerota - per cultura, formazione ed educazione, non sono aduso ad emettere sentenze sommarie o diffide e non sono disponibile neppure a riceverne, rispendendole al mittente e invitando tutti a maggiore sobrietà".

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