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Cronaca Sant'Arsenio

Caso Malzone, morì dopo il Tso: sette medici rischiano il processo

La Procura di Lagonegro stava per archiviare il caso, ma, grazie all’opposizione presentata dall’avvocato della famiglia, le indagini sono proseguite

Sette sanitari, tra cui tre medici (già condannati) rischiano il processo per la morte di Massimiliano Malzone, il 39enne di Montecorice deceduto l’8 giugno del 2015 all’interno del centro di igiene mentale dell’ospedale di Sant’Arsenio. La Procura di Lagonegro stava per archiviare il caso, ma, grazie all’opposizione presentata dall’avvocato della famiglia, le indagini sono proseguite. E così nel registro degli indagati sono finiti sette sanitari che ebbero in cura il 39enne. Per tutti è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio: l’udienza preliminare si terrà il prossimo mese di febbraio.

Il caso

Malzone morì dopo 12 giorni di Tso: ai familiari fu consegnato uno zaino contenente delle maglie intime sporche di urina. Così, i parenti, insospettiti, sporsero denuncia: dalla relazione del medico legale emerse che il 39enne fu sottoposto a contenzione fisica, ma non continua e mai con il blocco di tutti gli arti. Malzone morì in seguito ad un arresto cardiaco provocato dall’azione di una serie di medicinali che gli erano stati somministrati.

L'accusa

L’accusa per i medici è di aver tenuto comportamenti “negligenti ed imprudenti nonché omissivi del monitoraggio del profilo cardiologico del paziente durante il trattamento farmacologico neurolettico”. Si indaga, dunque, per comprendere se la morte del 39enne sia stata o meno una conseguenza diretta dell’azione sinergica dei vari medicinali neurolettici somministrati.

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