"Qui non ho visto nessuna farfalla": al via il percorso sulla Shoah al Museo dello Sbarco
La mostra è stata inaugurata, questa mattina, presso il Museo dello Sbarco di Salerno, alla presenza di Marika Kaufmann in Venezia e di Shalom Bahbout,Rabbino capo della comunità ebraica di Napoli e del sud Italia
"Ciò che vivo interiormente e che non è esclusivamente mio, non ho il diritto di tenerlo solo per me. In questo piccolo frammento di storia dell'umanità, io sono forse uno dei numerosi ripetitori che deve poi trasmettere su una distanza più lunga". E' racchiuso in questi toccanti versi del "Diario 1941-43" di Etty Illesum, il senso di "Qui non ho visto nessuna farfalla", la mostra interattiva a cura dell'associazione "Coordinamento Solidarietà e Cooperazione" di Salerno, che, attraverso dieci quadri di memoria, coinvolgerà ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni in un percorso formativo sulla storia della Shoah, dedicata a “Shlomo Venezia”. E' stata inaugurata, questa mattina, presso il Museo dello Sbarco di Salerno, in via Generale Clark, infatti, alla presenza di Marika Kaufmann in Venezia e di Shalom Bahbout,Rabbino capo della comunità ebraica di Napoli e del sud Italia, la mostra fortemente voluta dal segretario generale del Museo, il giornalista Eduardo Scotti. "Se ciò è accaduto, può accadere - ha osservato Shalom Bahbout - E se è accaduto è stato perchè molti che avrebbero potuto fare il bene, non lo hanno fatto e sono rimasti a guardare il male che agiva".
A prender parte all'evento, gli studenti del Liceo “Alfano I” di Salerno che hanno eseguito alcuni brani musicali legati alla storia della Shoah e del più tristemente famoso campo di sterminio nazista. Proiettata, poi, la video-intervista “Shlomo Venezia - Stück 112727 del Sonderkommando Auschwitz”. "Shlomo Venezia, numero di matricola 112727, fu deportato ad Auschwitz-Birkenau l’11 aprile di settant’anni fa. Il mese precedente era stato arrestato a Salonicco assieme alla madre, le tre sorelle e il fratello (la madre e le tre sorelle furono assassinate il giorno stesso del loro arrivo nel lager). - racconta Scotti - Destinato a lavorare in un Sonderkommando, la squadra di internati specializzata nelle operazioni di smaltimento e cremazione dei corpi dei deportati uccisi nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau, Shlomo Venezia sopravvisse in maniera fortunosa alla rivolta dell’ottobre 1944, alla liquidazione del campo del gennaio 1945 e alla successiva marcia della morte. Ha impiegato più di quarant’anni per cominciare a raccontare della sua terribile esperienza, divenendo nel corso degli anni uno dei testimoni più autorevoli della tragedia vissuta dagli ebrei d’Europa negli anni a cavallo tra il 1940 e il 1945".
"Un’esperienza narrata con tono distaccato, senza odio, che ha instancabilmente raccontato nelle scuole e in tutti i luoghi in cui è stato chiamato a testimoniare la sua storia di barbiere del Sonderkommando Auschwitz. Nel 1997 l’attore Roberto Benigni l’ha voluto come consulente nella realizzazione del film vincitore di tre oscar La vita è bella. - continua - Dieci anni dopo, nel 2007, ha dato alle stampe il libro di memorie Sonderkommando Auschwitz, tradotto in varie lingue; nel febbraio 2010 è stato ospite della prima edizione di Memoriae, nel corso della quale è stato insignito del Magen David d’oro riservato ai testimoni della Shoah. È venuto a mancare nell’ottobre 2012, a 88 anni", conclude il segretario. Fino al 30 settembre, dunque, i giovani visitatori potranno vivere il viaggio evocativo al Museo dello Sbarco, soffermandosi sui pannelli e cimentandosi in momenti interattivi, con in braccio il loro taccuino di viaggio che li accompagnerà per tutto il percorso.