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Cronaca Nocera Inferiore

Traffico di droga per il clan Greco: assolto tenente dei vigili a Nocera Inferiore

Finisce l’incubo per il tenente dei vigili urbani, Andrea D’Elia. Il 33enne agente, condannato in primo grado a più di 4 anni di carcere e sospeso dal giorno del suo arresto, è stato assolto dai giudici della Corte D’Appello. Pene ridotte per gli altri

Finisce l’incubo per il tenente dei vigili urbani, Andrea D’Elia. Il 33enne agente, condannato in primo grado a più di 4 anni di carcere e sospeso dal comando dal giorno del suo arresto, è stato assolto ieri dai giudici della Corte D’Appello. Sullo sfondo c’è la sentenza per l’indagine condotta nel 2010 dal pm dell’Antimafia, Maurizio Cardea, su di un traffico di droga gestito dal clan Greco. Difeso dal legale Antonio Sarno, D’Elia era accusato di aver comprato da un uomo dell’organizzazione circa 100 grammi di cocaina. A parlare di lui fu il pentito Matteo Principale, che in una lettera rivelò che D’Elia si sarebbe recato in casa della famiglia Greco per acquistare grossi quantitativi di droga. Il 39enne fu sospeso dal servizio e in primo grado beccò una condanna con tanto di interdizione dai pubblici uffici. Ora la sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto. In attesa delle motivazioni e non potendo escludere un ricorso in Cassazione della Procura, per l’agente finisce un lungo procedimento giudiziario.

Il vigile urbano è l’unico assolto nella seconda pronuncia dei giudici, che hanno ridotto da 55 a 45 gli anni di carcere per il resto degli imputati. Per Biagio Daniele c’è stata una riduzione da 15 a 13 anni di condanna; Franco Ferraioli è stato invece condannato a 3 anni e 4 mesi, mentre per Alfonso Greco la pronuncia è stata di 5 anni e 6 mesi di reclusione. Anche questi ultimi due hanno visto ridurre le loro pene. Confermate invece le sentenze di primo grado per Vincenzo Greco, Gennaro Attianese, Andreina Principale, Giovanni Sorrentino, Luciano Spinelli e Maria Milano. La procura avviò le indagini nel 2010, quando il 35enne Adriano De Risi, personalità importante nel giro di spaccio con contatti nel napoletano e in Spagna, fu ucciso e sepolto in un terreno di campagna. Le collaborazioni di Alfonso Greco, del padre Vincenzo "O’ zombie" e di Giovanni Sorrentino aprirono uno squarcio sul clan, fatto di vendette, armi, traffico di droga (con un canale che coinvolgeva anche diversi clan di camorra nel napoletano), forniture di cemento e controlli sulle aste giudiziarie.

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