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Giovedì, 30 Marzo 2023
Cronaca Nocera Inferiore

Guerra tra clan a Nocera Inferiore, in silenzio i primi interrogatori davanti al giudice

Dieci le misure cautelari, sette in carcere e tre ai domiciliari, decise dal gip nell'inchiesta "Revenge" condotta dalla Dda di Firenze

Hanno scelto di avvalersi del silenzio i primi indagati comparsi dinanzi al gip per l'interrogatorio, coinvolti nell'inchiesta dell'Antimafia di Firenze sul "clan Cuomo" a Nocera Inferiore. Nei prossimi giorni toccherà agli altri decidere se rispondere o meno alle domande del gip. Dieci le misure cautelari, sette in carcere e tre ai domiciliari, decise dal gip nell'inchiesta "Revenge"

Le accuse

I reati contestati, a vario titolo, agli indagati sono quelli di associazione a delinquere, con l'aggravante mafiosa, finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi, violazione della normativa in materia di immigrazione, all'indebita percezione di erogazioni pubbliche, nonché al riciclaggio e al reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Le indagini, avviate nel luglio del 2020, avrebbero accertato che il presunto gruppo criminale era stato creato dai due fratelli Cuomo. La base del gruppo era una pizzeria a Firenze, acquistata anche con contributi per l'emergenza Covid ottenuti indebitamente poco dopo l'inizio della pandemia, gestita dal fratello di un presunto capo clan, usata anche per lo stoccaggio dei proventi degli affari illeciti. I presunti affiliati, sempre secondo le risultanze delle indagini, si riunivano quasi ogni giorno nella pizzeria finita poi al centro di una guerra tra clan, culminata con l'esplosione di una bomba carta davanti al locale il 23 febbraio del 2021. Azione che sarebbe stata messa a segno da esponenti di un clan camorristico, con base logistica a Piedimonte, quartiere di Nocera Inferiore. A carico del gestore della pizzeria e di altri presunti sodali sono state infine rilevate responsabilità in tema di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina "per aver tentato di procurare illegalmente l'ingresso sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari". Coinvolti non meno di 15 cittadini extracomunitari, prevalentemente provenienti dal Bangladesh, ai quali erano richiesti 1.500 euro per ogni pratica di false assunzioni sia nella pizzeria ritenuta base del gruppo criminale che in altri esercizi commerciali

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