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Cronaca Nocera Inferiore

Inchiesta "Petrolmafie", riciclaggio di denaro, frode ed evasione: commercialista di Nocera resta ai domiciliari

Lo ha deciso la Cassazione, rigettando il ricorso contro la misura cautelare degli arresti domiciliari, ribadita dal Riesame. Confermato l’impianto accusatorio a suo carico e la permanenza dell’articolo sette che regola l’accusa di metodo mafioso.

Inammissibile per sussistenza di elementi in grado di comprovare la consapevolezza e il ruolo all’interno dell’indagine contro il clan Moccia da parte di un commercialista nocerino. Lo ha deciso la Cassazione, rigettando il ricorso contro la misura cautelare degli arresti domiciliari, ribadita dal Riesame. Confermato l’impianto accusatorio a suo carico e la permanenza dell’articolo sette che regola l’accusa di metodo mafioso.

L'indagine

Per i giudici resta in piedi il teorema del ruolo di collegamento tra campani e romani nel gruppo criminale, con un’interlocuzione diretta da parte sua con gli esponenti di maggior rilievo. L'indagato - secondo le accuse - avrebbe saputo delle finalità del denaro e sarebbe stato consapevole dei soldi e della loro provenienza. «Tali dati sono stati correttamente ritenuti dai giudici del Riesame quali indici di continuità criminale, espressione di rapporti, relazioni e contatti tali da evidenziare la sostanziale irrilevanza della cancellazione dall’albo dei commercialisti. La non appartenenza non impedisce di impiegare le proprie competenze professionali in attività criminali», si legge nel dispositivo. L’inchiesta “Petrolmafie” della Procura di Roma aveva condotto alla luce i contorni di un maxi raggiro che passava tramite la costituzione o l’utilizzo di società cartiere, per frodare l’Iva e le accise allo Stato sui petroli ma anche per movimentare carburanti, forniture o semplicemente documenti fiscali. Per fare tutto questo non c’era bisogno solo di criminali a capo delle organizzazioni per delinquere, ma di esperti contabili per seguire le varie società più o meno fasulle, di avvocati e altri professionisti per la costituzione e le movimentazioni. Tra questi c’era il 41enne nocerino: sarebbe stato tra i consulenti di uno dei principali attori delle frodi, una donna conosciuta nel mondo dello spettacolo e delle cronache rose romane, ricca ereditiera di un petroliere romano. Il nocerino è considerato dagli inquirenti «il fornitore “ufficiale” delle cartiere false esportatrici abituali». Il suo compenso sarebbe stato a forfait o a percentuale su ogni autobotte caricata.

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