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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Nocera Inferiore

"Ladri di bambini" a Nocera Inferiore, i testimoni in aula: "Quella donna ci ingannò"

Nel processo contro Luigia Giordano e sette stranieri, accusati a vario titolo di vendere bambini mascherando il tutto come una normale adozione, testimoniano due coniugi che si rivolsero alla 61enne di Corbara: "Faceva il doppio gioco, la denunciammo"

"Compravendita di neonati": in aula due testimoni accusano Luigia Giordano, la donna al centro di un'inchiesta del 2008, insieme ad altre sette persone di nazionalità slava e romena. "Sapevo che faceva quelle cose e quando ne venni a conoscenza, fermai tutto. Aveva ferito i miei sentimenti". A parlare davanti ai giudici del tribunale Raffaele Piscitelli, che ha spiegato tutte la fasi che lo spinsero a rivolgersi a quella donna di Corbara per adottare un bambino. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Ernesto Caggiano, l'uomo ha detto che fu un'associazione a suggerire il nome di Giordano, una 61enne di Corbara. "Credevo fossero delle ragazze madri, in difficoltà. Mi chiese prima seimila euro, poi altri dieci mila euro. Faceva anche le ricevute. Mi disse che avrebbe dovuto mantenere queste persone. Su di lei, dopo poco, appresi voci che riferivano che la stessa fosse impegnata in una compravendita di neonati. La denunciai per truffa". L'uomo ha aggiunto anche dell'esistenza di due registrazioni, una che sarebbe stata eseguita in accordo con i carabinieri, nelle quali la donna - difesa dall'avvocato Vincenzo Calabrese - avrebbe fornito elementi utili a dimostrare l'attività illecita che stava praticando. La conferma è giunta anche da un secondo teste, Giuseppe Gallo, toscano, che ha spiegato l'iter seguito per l'adozione, con tanto di documenti provenienti dall'ospedale. "Mi accorsi che quella donna faceva il doppio gioco". Ha detto in uno dei suoi passaggi, il secondo teste in aula. Entrambi avevano tuttavia già patteggiato una condanna davanti al tribunale, in un procedimento collegato all'indagine con la contestazione di aver falsificato degli atti di nascita

Diverso l'iter per Luigia Giordano, per la quale la Procura rigettò la richiesta di patteggiamento. Le indagini condotte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, agli ordini del luogotenente Massimo Santaniello, portarono a ritenere lei come la mente dell'operazione "Ladri di bambini". I primi accertamenti si ebbero con l'analisi di alcuni certificati d'identità falsi, recanti timbro e intestazione dell'ospedale di Nocera Inferiore, con un blitz che in seguitò portò all'arresto di otto persone. La prima denuncia fu proprio a firma dei due testimoni ascoltati ieri mattina. La donna, con l’aiuto di cittadine straniere slave e romene che volevano interrompere la gravidanza, otteneva soldi senza far abortire le donne, le quali affidavano i figli alle coppie che volevano adottarli illecitamente. Per l'accusa, la donna avrebbe sottratto, come indicatogli da altre coppie, numerosi feti dall’aborto e bambini dall’abbandono, soddisfacendo le richieste di coppie infeconde. Sarebbe riuscita a percepire una cifra vicina ai 32 mila euro, con la promessa di consegnare due gemelli, indicati al telefono come “pacco coi capelli neri”. Nella vicenda erano rimasti coinvolti anche Djani Jovanovic, nato in Jugoslavia, Susana Radosalevic, nata in Jugoslavia, Rodica Mustafà, nata in Romania, Santa Costantin, nata in Romania, Petrik Constantin, nato in Romania, Cristiano Costantin, nato in Romania, tutti accusati di soppressione di stato, alterazione di stato civile, tratta e commercio di persone. Con il blitz dei carabinieri, fu ritrovata anche una neonata in un campo rom a Secondigliano. 


 

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