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Cronaca Nocera Inferiore

"Mazzetta" di 1000, funzionari del Genio Civile restano ai domiciliari. La Procura: "Vittima intimidita"

Il gip convalida l'arresto di Giancarlo Giordano e Vittorio Bartoli in regime id domiciliari. Questo, al termine dell'udienza di convalida tenuta presso il tribunale di Vallo della Lucania

Concussione in concorso, Giancarlo Giordano e Vittorio Bartoli restano agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gip ieri pomeriggio, al termine dell'udienza di convalida tenuta presso il tribunale di Vallo della Lucania. I due erano stati arrestati giovedì scorso, a Centola. Il funzionario del Genio Civile e consigliere comunale di Nocera Inferiore, Giancarlo Giordano, e il collega in pensione, geometra, Bartoli, hanno scelto - al momento - di non rilasciare dichiarazioni al giudice nè di chiedere interrogatorio. Molto probabilmente, lo faranno al tribunale del Riesame, con le difese che raccoglieranno tutti gli atti della Procura nei prossimi giorni per studiare il caso. 

L'inchiesta

Giordano, che a Nocera Inferiore ricoprela carica di consigliere comunale, è assistito dall’avvocato Gennaro Somma del foro di Torre Annunziata. La persona offesa - stando alla versione della difesa - avrebbe sostenuto che non c’è stata una richiesta esplicita del pagamento ma lo avrebbe soltanto percepito”. L'imprenditore aveva consegnato una busta con dentro 1000 euro ai due indagati, mentre erano in auto, con addosso un microfono. Le stesse banconote erano segnate, dietro accordo con i carabinieri, ai quali l'imprenditore aveva raccontato tutto. Sullo sfondo, c'erano dei lavori di somma urgenza nel letto del fiume Lambro. Secondo la ricostruzione fornita dai carabinieri i due tecnici sono stati bloccati mentre si stavano allontanando dopo aver incassato dalle mani del titolare dell’azienda la somma di mille euro che doveva essere “un regalo” per aver agevolato la ditta a prelevare un maggiore quantitativo di materiale sabbioso dal letto del fiume, dove sono in corso lavori di messa in sicurezza. L’imprenditore, però, aveva denunciato tutto ai carabinieri. I militari dopo aver ripreso con una telecamera lo scambio della busta aveva fermato i due arrestandoli in flagranza di reato con l’accusa di concussione in concorso. L'imprenditore era stato avvicinato dai due dopo un incontro in comune, e con frasi e allusioni velate, avrebbero detto alla vittima che se si fosse “comportato bene” gli avrebbero fatto guadagnare più soldi e lo avrebbero segnalato anche per futuri lavori. Quel comportarsi bene, per gli investigatori, si sarebbe poi tradotto nei mille euro in contanti da dare ai due tecnici. Le parti si sarebbero viste due volte, mentre una terza volta uno dei due avrebbe telefonato all'imprenditore per aggiornarsi sull'inizio dei lavori, spiegando poi che di sicuro si sarebbe trovata "una soluzione". 

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