Busta da 1000 euro per lavorare "tranquillo", indagine chiusa per 2 ex funzionari: l'accusa è concussione
La Procura di Vallo ha disposto la conclusione della fase preliminare d’inchiesta, dopo aver rimesso in libertà i due, in precedenza sottoposti a domiciliari.
Sono concluse le indagini per concussione contestata a due ex funzionari nocerini, finiti nei guai il 17 dicembre dell’anno scorso, con una "mazzetta" di 1.000 euro intascata a danno di un imprenditore di Centola.
L'indagine
La Procura di Vallo ha disposto la conclusione della fase preliminare d’inchiesta, dopo aver rimesso in libertà i due, in precedenza sottoposti a domiciliari. I fatti avvennero a Palinuro, con il blitz dei carabinieri dopo la denuncia di un imprenditore. Lo scambio contestato avvenne in località Isca, con i militari avvisati preventivamente dalla vittima a preparare la trappola con banconote segnate e un carabiniere nascosto per filmare l’incontro. Il lavoro investigativo ha ricostruito l’attività contestata ai due funzionari, di cui uno già in pensione all'epoca dei fatti, che avevano avvicinato più volte la vittima. Quest'ultima aveva ottenuto dal comune di Centola l'appalto per dei lavori di somma urgenza per la pulizia del fiume Lambro, con un servizio effettuato al fine di garantire il regolare deflusso delle acque viste le violente piogge delle settimane del periodo in questione. I lavori venivano eseguiti con il criterio della compensazione fra il prezzo delle ore lavorative effettuate ed il prelievo del materiale in esubero, idoneo alla commercializzazione, con una successiva specifica verifica tecnica da svolgersi come previsto dalla legge. I soldi dovevano servire per “chiudere un occhio”, in modo di permettere alla ditta di prelevare un quantitativo di materiale sabbioso dal letto del fiume che fosse maggiore rispetto a quello dichiarato. Durante i due incontri, all'uomo fu prospettato di venire. Il titolare della ditta di fronte a questa eventualità aveva deciso di non accettare e di recarsi subito dai carabinieri. Poi, una squadra di militari predispose la rete per individuare il momento in cui sarebbe avvenuto lo scambio, con i soldi in una busta lanciati dal finestrino dell'auto dove viaggiavano i due indagati, alla vista dei carabinieri.