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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Nocera Inferiore

"Ho perso un amico ma so di averne trovati altri", la commovente storia di "Serse" e Mario

Per diversi giorni, la comunità di Nocera Inferiore ha provato ad aiutare un insegnante a ritrovare il suo pappagallino scomparso. Una storia di amicizia, di sentimenti sinceri e di grande solidarietà

"Fino a quando non hai amato un animale, una parte della tua anima sarà sempre senza luce". Lo diceva Anatole France, scrittore francese e premio Nobel per la Letteratura nel 1921. Si può dire che Mario, un insegnante di italiano di 32 anni, pur perdendo il suo "Serse", di anime illuminate ne ha incontrate molte lungo la sua strada. Una strada che ha intrapreso forzatamente, d'improvviso, fatta di porte aperte ma anche di chiuse, di gentilezze non richieste e di avvistamenti anonimi. Alla fine di quella strada Mario non ha trovato il suo amico, un giovane pappagallo della specie Calopsite, tra le più graziose. Ha trovato altro, che gli ha colorato l'animo di un'altra tonalità, che purtroppo per lui non era la stessa del suo "Serse". Era quella che appartenenva ad una fiducia nell'umanità rinnovata e in questo caso circoscritta alla sua comunità, Nocera Inferiore, comune della provincia di Salerno. "Il mio è stato un caso sfortunato - racconta Mario - ma credo che questa storia da un lato mi abbia trasmesso certamente più fiducia nell'animo umano. Forse perchè le vicende legate agli animali domestici sono di forte impatto emotivo permolte persone"

La finestra aperta

La storia di Mario e di "Serse" comincia il 16 luglio del 2018. L'insegnante è fuori casa per delle commissioni. E' da poco tornato da una città del Nord, dove da circa tre anni insegna materie letterarie in una scuola. Con sè ha portato il suo nuovo amico, "Serse", un piccolo pappagallo di colore chiaro. Ma in quel caldo pomeriggio di luglio il volatile decide di scappar via. Approfitta della porticina della gabbietta, leggermente aperta, nella quale è chiuso per uscire fuori e volare via da una finestra. Non lo aveva mai fatto prima di allora. Con Mario aveva instaurato un rapporto di fiducia ma anche di abitudini, che facesse sì che lo stesso volasse liberamente per casa, tornando sempre dal suo padrone, che non lo perdeva mai d'occhio. Quel giorno però lui non c'è. E "Serse", forse spaventato o disorientato, va a cercarlo all'esterno. O forse decide di andar via e basta. Quando Mario torna a casa, allertato al telefono dalla madre, è preoccupato, dispiaciuto e anche un pò arrabbiato con se stesso. Sa che il suo amico non può volare molto lontano da lui. Lo conosce. E per tutta la sua ricerca, avrà sempre ragione. I due si sono incrociati e visti più volte, fino a quando altre mani, prese da una tenerezza che si rivelerà poi egoismo, gliel'hanno portato definitivamente via

I richiami e le scalate su tetti e balconi

La ricerca di "Serse" comincia un minuto dopo che Mario si accerta che la gabbia è vuota. Si affaccia dalla finestra e lo sente, ode il suo verso. Si precipita in strada e sa già dove cercarlo. Entra in una proprietà privata che confina con la sua casa e per sua fortuna, trova immediatamente supporto morale ma anche logistico. A fornirglielo è in primis un elettricista, che gli presta una scala per accedere al tetto dove lui pensa si trovi il pappagallo. Mario avverte nell'aria il richiamo del suo amico che però non ne vuole sapere di tornare da lui. Forse per paura, forse perchè quella comunicazione tra loro, maturata in un contesto del tutto nuovo e forse anche ostico per il volatile, non porta ai frutti sperati. Mario lo cerca con gli occhi, fino a quando non incrocia quelli di una donna, che nel comprendere la situazione si prodiga nel supportarlo nella sua ricerca. Anzi, fa di più. "Mi disse - ci racconta Mario - che avrebbe lasciato le finestre aperte nel caso fosse entrato in casa sua".

Il volatile infatti per molto tempo resterà in quella zona, poggiandosi su angoli nascosti, ma restando sempre vicino "casa". Quando però decide di spostarsi, Mario lo segue. Un centinaio di metri e "Serse" finisce su un altro tetto, di una nuova abitazione. "Nel cercarlo molte persone si sono mostrate disponibili, altri non mi hanno neanche aperto la porta, ma li capisco. Immagino che chiunque sia intimorito da chi chiede informazioni su un pappagallo. Certamente avranno pensato ad un tentativo di truffa". Mario suona il citofono di più persone. La prima gli indica a chi rivolgersi per avvicinarsi di più al tetto. La seconda, invece, lo accoglie in casa e gli fa strada per il balcone. Mario gli lascia il numero, perchè anche questa volta sente la presenza di "Serse", senza poterlo notare. L'uomo gli augura un grosso in bocca al lupo, con la promessa di contattarlo qualora dovesse avvistare il volatile  

I volantini e il messaggio di "Ghandi"

Il primo giorno di ricerche trascorre senza successo. Mario decide a quel punto di diffondere volantini per la città e annunci attraverso i social. Entrambi riproducono una foto di "Serse". Non giungono telefonate il primo giorno, ma l'indomani qualcosa si muove e sarà, alla fine della storia, qualcosa di estremamente gratificante. "Ho ricevuto tanto appoggio dalle persone in rete rispetto a quelle reali che ho incontrato nella mia vita. Lo sconosciuto è portato a non fidarsi, ma con la mediazione del contatto le cose sono diverse. Purtroppo l'esito è stato negativo, perchè per una mela marcia spesso si guasta un intero raccolto. Ma ho avuto tanto supporto in questa mia disavventura". Il 18 luglio Mario riceve una telefonata anonima che gli riferisce che una ragazza, che lavora in un'attività commerciale, ha preso il suo pappagallino per darlo al padre. Dopo qualche ora, un ragazzo attraverso un messaggio darà riscontro alla telefonata precedente, indicandogli il locale e il giorno nel quale quella ragazza aveva preso con sè "Serse". Con quella ragazza Mario parlerà, ma non otterrà nulla. Forse lo aveva davvero trovato e dato al proprio padre. Forse lo aveva tenuto per sè. Di sicuro lo avrà preso e lo starà accudendo nel migliore dei modi. Una nuova gioia che si trasforma in dispiacere e dolore per qualcun altro, per Mario. Eppure, la solidarietà, il supporto e la vicinanza, non gli mancheranno. Nè prima e nemmeno dopo. Durante le ricerche, l'insegnante riceve un'ulteriore telefonata. Chi è al telefono non ha nuove informazioni su "Serse", ma decide esclusivamente di supportare la causa. "Mi ha parlato - dice Mario - di Martin Luther King ma anche di Ghandi".

Nell'aria rimbomba la frase: "Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali". E questa persona, del tutto anonima, sarà molto utile a Mario perchè lo tirerà su di morale, rendendo quella ricerca, sempre più complicata, dal sapore meno amaro. "Dobbiamo aiutarci l'uno con l'altro - gli dirà - soprattutto quando c'è una persona che soffre e l'altra non ha nulla da perdere". "Penso - racconta Mario - che nella vita abbiamo bisogno di questo, di una parola di conforto che faccia sempre la differenza". Nei giorni a seguire Mario raccoglierà altre segnalazioni: da fotografie che ritraggono pappagalli che assomigliano al suo amico a chi, invece, gli racconterà la propria esperienza con gli animali, pregando di tener duro. O del vicino di casa che "pattuglierà il cielo" mentre Mario è in strada a cercarlo, fino alle centinaia di condivisioni social che il suo annuncio provocherà. Condivisioni di tanti amici ma anche di tanti sconosciuti, mossi da un senso di solidarietà e di speranza, che per giorni ha tenuto insieme le mani di tante persone della città di Nocera. Mario e "Serse" non si sono ritrovati. Il primo ha perso certamente un amico, ma non la speranza nell'umanità, nei suoi concittadini, che tra disponibilità, aiuto sincero e voglia di trasmettere gioia, hanno reso la perdita dell'amico pennuto meno amara. 

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