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Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, muore dopo aver girato tre ospedali: cinque medici a processo

L'uomo, di 85 anni, doveva effettuare una verifica sul proprio peacemaker. Fu visitato prima a Torre Annunziata, poi a Nocera Inferiore e Scafati, dove morì. Alla base un problema polmonare. Cinque medici accusati di diagnosi sbagliata

Girò tre ospedali, per poi morire a causa di un problema polmonare. Sono cinque i medici che dovranno difendersi dall'accusa di omicidio colposo in concorso. Sullo sfondo la morte dell’ottantacinquenne Antonio Falcone. I cinque sono stati rinviati a giudizio, con l'accusa in concorso contestata dal sostituto procuratore di Nocera Inferiore, Giuseppe Cacciapuoti. Il processo comincerà il prossimo 28 novembre. I fatti si concentrano tra il 23 e il 27 maggio 2014, tra gli ospedali di Nocera Inferiore e Scafati. Originario di Sant’Antonio Abate, Falcone dopo un primo controllo all’ospedale di Torre Annunziata, giunse all’Umberto I di Nocera per una verifica sul proprio peacemaker. L'apparecchio necessitava di alcuni accorgimenti legati alla salute dell'uomo. Due dei medici di turno gli effettuarono prima un elettrocardiogramma, dal quale non emersero problemi. In aggiunta, gli consigliarono di tornare il giorno dopo, per poter effettuare un consulto con il medico specialista addetto al controllo dell’apparecchio, che stimola elettricamente la contrazione del cuore quando questa non viene assicurata in maniera normale dal tessuto di condizione cardiaca.

Ma il giorno dopo l’uomo non si presentò in ospedale, a causa di un impedimento logistico, tornando all’Umberto I solo il 27. In quella data, altri due medici gli riferirono che lo specialista per il peacemaker non fosse di turno, disponendo a quel punto il trasferimento al Mauro Scarlato di Scafati, presso il reparto di branco pneumologia. E’ qui che la procura contesta ai due medici il non aver proceduto secondo corretta diagnosi: secondo le indagini e una consulenza medico legale, l’85enne andava ricoverato. Il quinto medico è accusato invece di non aver disposto un’apposita consulenza cardiaca. Il motivo del trasferimento a Scafato era legato ad una diagnosi di dispnea, con esami specifici che avrebbero rilevato un addensamento polmonare. Una volta al Mauro Scarlato, fu disposto un nuovo trasferimento a Nocera a seguito di un ulteriore controllo. Dopo poco, l’uomo fu colto da un malore e nell’attesa dell’arrivo di un'ambulanza che lo trasferisse di nuovo all’Umberto I, morì. A sporgere denuncia ai carabinieri fu il figlio. La procura, nel ricostruire il percorso di Falcone - comprensivo di due visite a Nocera Inferiore e di una a Scafati, con una iniziale a Torre Annunziata - si servì anche dei risultati medico legali ottenuti dall’autopsia. Le responsabilità presunte vengono addossate ai cinque medici che ebbero in gestione il paziente nell’arco di quei due giorni, con una diagnosi considerata errata, il mancato ricovero e il non aver disposto una consulenza cardiaca durante la seconda visita. Tra gli avvocati difensori Valerio De Nicola e Michele Alfano  

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