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Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, spedizione "punitiva" a Milano: nei guai un paganese e un nocerino

Antonio La Femina, di Pagani e Camillo Fedele rischiano il rito immediato perchè giravano in auto con una pistola nel cruscotto. Le indagini della Dda proveranno, un mese dopo, che erano diretti a Milano per problemi ad un locale

Pronti per andare a Milano, con una pistola. Quella circostanza potrebbe ora costare cara ad Antonio La Femina, 50enne di Pagani e Camillo Fedele, 28enne nocerino, raggiunti da una richiesta di rito immediato dalla Procura di Nocera Inferiore. L'accusa è detenzione in luogo pubblico di arma clandestina: quattro contestazioni per fatti che risalgono allo scorso novembre, quando poco prima di imboccare l'autostrada direzione Milano, i due furono fermati e arrestati dai carabinieri. L'averli individuati non fu un caso: l'Antimafia - con delega ai Ros di Salerno e alla Squadra Mobile - stava chiudendo l'attività investigativa ribattezzata "Un'altra storia", concentrata sul gruppo dei fratelli Michele e Luigi Cuomo e Francesco e Mario D'Elia. Era il periodo degli agguati di fuoco a Nocera Inferiore, con un'attenzione alta da parte degli inquirenti su tutto il territorio. Seppur i due debbano rispondere solo del possesso dell'arma, il blitz di dicembre della Dda raccontò altro. In particolare, su quel viaggio che La Femina e Fedele erano pronti a fare

Il nocerino, storicamente vicino al gruppo di D'Elia - poi fuso in parte con quello dei Cuomo - era stato "ingaggiato" da La Femina per regolare una questione a Milano, dove lo stesso gestiva un locale. Vittima di un estorsione da parte di un pregiudicato, conosciuto come "zingaro abbruzzese", La Femina si mise in contatto con gli amici di Nocera per il servizio. Fu scelto Fedele, che rappresentava l'elemento che avrebbe dovuto regolare la questione al Nord. I due viaggiavano con una pistola nascosta all'interno dell'auto, con matricola abrasa e avvolta in un panno. Fedele fu scelto dal gruppo Cuomo - in realtà quasi nessuno conosceva i tratti di quella missione - che si accordò anche per "regalo" in soldi: 1000 euro. Fedele finì in carcere a dicembre, insieme ad altre 20 persone per l'indagine dell'Antimafia. Ora rischia un processo immediato, insieme a La Femina, per la contestazione dell'arma, una calibro 7,65 con tre cartucce. Non si esclude che, qualora si arrivasse a dibattimento, la vicenda possa essere integrata con gli elementi raccolti dai Ros qualche mese prima

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