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Cronaca Nocera Superiore

Estorsione sull'affissione di manifesti funebri, le condanne sono definitive

Erano tutti accusati a vario titolo di estorsioni e minacce legate alle affissioni dei necrologi. La decisione della Cassazione

Si chiude in Cassazione, ad eccezione di una rivalutazione di natura tecnica, l'indagine sulla guerra dei manifesti funebri che qualche anno fa portò a a tre arresti per un'aggressione consumata a Nocera Superiore.

La storia

Erano tutti accusati a vario titolo di estorsioni e minacce legate alle affissioni dei necrologi. I giudici supremi hanno ritenuto fondato il motivo di censura formulato da due imputati all’applicazione di una pena accessoria illegale. Infatti, ai fini dell’interdizione dai pubblici uffici, in caso di più reati unificati sotto il vincolo della continuazione, «occorre fare riferimento alla misura della pena base stabilita in concreto per il reato più grave». Sono state, invece, ritenute infondate tutte le altre censure sul resto delle accuse. L'episodio reigstrò una discussione tra il titolare di una ditta ed un uomo, che stava coprendo i suoi manifesti funebri con quelli della sua ditta. Dal litigio alle botte, con uno degli imputati colpito da uno schiaffo dall'imprenditore. L'attacchino, un 60enne del luogo, giurò vendetta e ordinò ai suoi due generi di vendicarlo. Dopo qualche ora dal litigio, il titolare della ditta fu aggredito da due persone, con un manganello in ferro. Restò ferito al volto, con un braccio spezzato. La prognosi fu di 30 giorni. Poi i due gli sottrassero anche lo scooter. Per l'attacchino, vi era una duplice accusa di estorsione in più. Avrebbe costretto altre due ditte di onoranze funebri ad attaccare i loro manifesti. Se si fossero rifiutate, avrebbe strappato o coperto gli stessi, con quelli di altre ditte. 

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