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Cronaca Buonabitacolo

Morte Casalnuovo, inizia un nuovo processo: via libera dalla Cassazione

I giudici hanno accolto il ricorso della famiglia riaprendo, di fatto, il fascicolo a carico del maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo, già assolto in Appello perché “il fatto non sussiste” dall’accusa di omicidio preterintenzionale

Sarà un nuovo processo ad accertare le responsabilità della morte di Massimo Casalnuovo, il ragazzo di 22 anni deceduto a seguito di un incidente verificatosi il 20 agosto 2011 a Buonabitacolo. A stabilirlo, oggi, i giudici della Corte di Cassazione che hanno accolto il ricorso della famiglia riaprendo, di fatto, il fascicolo a carico del maresciallo dei carabinieri Giovanni Cunsolo, già assolto in Appello perché “il fatto non sussiste” dall’accusa di omicidio preterintenzionale. L’udienza è in programma per il 6 marzo 2020.

Il processo

Nel 2013 il maresciallo era stato assolto dal tribunale di Sala Consilina con formula dubitativa dall’accusa di omicidio preterintenzionale, mentre nel 2015 fu condannato, dalla Corte d’Assise di Potenza, alla pena di 4 anni e 6 mesi con interdizione per cinque anni dai pubblici uffici proprio per il reato di omicidio preterintenzionale. Ma, nel 2017, la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna con remissione degli atti presso la Corte d’Appello per un nuovo giudizio, che è arrivato lo scorso mese di maggio con l’assoluzione.

La tragedia

Massimo Casalnuovo ha 22 anni quando il 20 agosto 2011 prende il suo motorino e va dall'officina del padre verso casa a Buonabitacolo. Qualche giorno prima alcuni residenti avevano presentato un esposto al sindaco, per chiedere di effettuare maggiori controlli su motorini rumorosi e "truccati". Così polizia municipale e carabinieri si appostano lì, proprio mentre passa anche Massimo. Quando i carabinieri lo vedono hanno già fermato altri due ragazzi e hanno accostato subito dopo una curva. Massimo invece non li vede e uno dei militari (il maresciallo Giovanni Cunsolo) si mette in mezzo alla strada, così uscendo dalla curva se lo ritrova davanti. Qualche secondo dopo è a terra, ha sbattuto il petto sullo spigolo di un muretto. Morirà in ambulanza poco dopo.  Dopo l'incidente si diffondono due versioni dei fatti totalmente opposte tra loro: quella dell'Arma secondo cui Massimo è caduto dopo avere cercato di investire il maresciallo e ferendolo a un piede, e quella invece di alcuni testimoni secondo cui Massimo ha sbandato a causa del calcio sferrato allo scooter dal maresciallo Cunsolo. La reale dinamica dell’accaduto e le conseguenti responsabilità non sono state ancora definite.

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