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Cronaca Sant'Egidio del Monte Albino

Morte Jolanda, la madre resta in carcere. I giudici: "Non ha fatto nulla per salvarla"

Il tribunale del Riesame pubblica le motivazioni con cui ha respinto, nei giorni scorsi, il ricorso di scarcerazione presentato dal legale di Immacolata Monti

Non avrebbe impedito al marito di uccidere la loro figlia. Per questo i giudici del tribunale del Riesame di Salerno hanno respinto il ricorso di scarcerazione presentato dall’avvocato difensore di Immacolata Monti, la madre della piccola Jolanda morta nella notte tra il 21 e il 22 giugno all’interno della casa dei genitori a Sant’Egidio del Monte Albino. La donna è indagata insieme al consorte, Giuseppe Passariello, per maltrattamenti e omicidio aggravato in concorso.

Le motivazioni

Secondo i giudici, dunque, sarebbe stato il marito ad uccidere la neonata ma la donna avrebbe assistito alle violenze senza fare nulla per salvarla. Nelle motivazioni, infatti, spiegano che avrebbe potuto rivolgersi ad esempio -  quando il marito non c’era oppure quando lei usciva di casa per fare la spesa - ai parenti, ai servizi sociali o alle forze dell’ordine; invece, non ha mosso un dito per aiutare la figlia e non può ritenersi valida la giustificazione nel non fare nulla a causa della paura di essere picchiata dal marito. E, sempre nelle motivazioni, ricordano le frasi pronunciate dalla donna, durante un colloquio proprio con il marito in commissariato, il giorno dopo la morte di Jolanda: “L’omicidio lo abbiamo fatto” e “il cuscino dovevo buttarlo”.  Nei giorni scorsi i giudici hanno respinto la medesima richiesta di scarcerazione presentata da Passariello.

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