Omicidio Vincenzo Persico, ecco i nomi dei killer: si cerca un quarto uomo
Secondo gli inquirenti l'omicidio sarebbe maturato nell'ambito del mercato degli stupefacenti nella località dei Picentini. Tra gli arrestati c'è anche "Mimmo a Mafia"
I carabinieri del reparto operativo e della compagnia di Battipaglia hanno arrestato tre giovani tra i 20 e i 25 anni, presunti responsabili dell’omicidio del 27enne Vincenzo Persico, figlio del boss Ciro, ucciso con due colpi di pistola domenica scorsa in via Cavour, a Montecorvino Rovella. Secondo gli inquirenti l'omicidio sarebbe maturato nell'ambito del mercato degli stupefacenti nella località dei Picentini.
Le persone fermate, a vario titolo, responsabili per l’efferato fatto di sangue, sono i pregiudicati A. V venticinquenne di Giffoni Valle Piana, D.L alias “Mimmo ‘a Mafia” trentottenne di Giffoni Valle Piana e N.B, quarantacinquenne di Montecorvino Rovella, mentre un quarto soggetto, con gravi responsabilità nel fatto di sangue, è tuttora attivamente ricercato.
ECCO LA RICOSTRUZIONE DI QUANTO ACCADUTO:
Nel pomeriggio del 19 gennaio scorso, in via Cavour di Montecorvino Rovella, Vincenzo Persico alias “coca cola” , è stato avvicinato da uno sconosciuto che lo ha sparato con contro quattro colpi d’arma da fuoco. Persico, però, riuscì a fuggire a bordo del proprio motociclo, venendo inseguito dal sicario che, nel frattempo, era salito a bordo di un altro scooter condotto da un complice, esplodendogli contro ulteriori colpi di pistola. Persico, dopo aver abbandonato il suo motociclo, a poche centinaia di metri, tentò, quindi, di fuggire a piedi ma, a causa delle gravi ferite, si è accasciato al suolo.
Nonostante venne soccorso tempestivamente dai sanitari del 118 e trasportato presso l’ospedale Ruggi di Salerno, è deceduto a causa delle ferite riportate al torace e all’inguine. Le indagini, immediatamente avviate e sostenute da un imponente sforzo investigativo in piena sinergia con l’Autorità Giudiziaria, hanno già nelle prime fasi consentito di inquadrare il fatto di sangue nell’ambito di contrasti per il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti nella zona.
In particolare, grazie alla approfondita conoscenza della realtà locale da parte dei carabinieri della stazione di Montecorvino Rovella, gli inquirenti hanno scoperto che Persico, qualche ora prima dell’agguato mortale, aveva avuto una violenta discussione con un giovane spacciatore tossicodipendente del luogo, A. V. per motivi concernenti il controllo della piazza di spaccio. Nel corso della violenta discussione Persico avrebbe percosso ripetutamente il giovane.
Le indagini hanno consentito di accertare che A.V., in stato d’ira e di alterazione conseguente all’assunzione di stupefacenti, si organizzò immediatamente per vendicare l’affronto subito. Infatti, dopo essersi procurato una pistola semiautomatica da lui acquistata nel dicembre scorso a Napoli con D.L e da quest’ultimo custodita, con la complicità di N.B, ha organizzato l’attentato, procurando ai sicari i guanti e custodendo l’arma del delitto durante il sopralluogo e la ricerca della vittima.
A.V dopo aver notato Persico seduto sotto un chiosco situato nella piazza del paese, tornò presso l’abitazione di N.B, armandosi di una pistola e a bordo di uno scooter rubato, guidato da altro complice, anche egli ricercato, è ritornato in centro con il chiaro intento di porre ucciderlo. Dopo l’agguato, i due killer hanno raggiunto una località isolata, dove si sono disfatti del mezzo, dei caschi e parte del loro abbigliamento, incendiandoli. Qui i due sicari sono stati “recuperati” da D.L che li ha poi condotti al sicuro.
Accertato tale quadro accusatorio, i carabinieri hanno dato corso ad incessanti ricerche che hanno consentito, nella serata di ieri di rintracciare prima N.B e, successivamente, A.V che, sottoposti a lungo interrogatorio alla presenza dei rispettivi legali e davanti al Pubblico Ministero, hanno ammesso le loro responsabilità fornendo piena confessione. Dopo ulteriori ricerche, in nottata, è stato rintracciato tra le montagne del picentino e sottoposto a fermo anche D.L. I fermati sono ora rinchiusi nel carcere di Salerno a disposizione dell'autorità giudiziaria.