rotate-mobile
Cronaca Pontecagnano Faiano

Omofobia endemica, la denuncia di Alessandro Basso: "Squallida vicenda"

"Ho dovuto sporgere denunzia contro ignoti per una squallida vicenda mediatica che mi vede protagonista. Da qualche giorno, precisamente dal 18 giugno scorso, circola attraverso i canali whatsapp un video diffamatorio che mi coinvolge", spiega

Un caso di omofobia endemia scuote la provincia di Salerno. "Stamattina ho dovuto sporgere denuncia contro ignoti per una squallida vicenda mediatica che mi vede protagonista - scrive Alessandro Basso rendendo pubblico quanto è accaduto - Da qualche giorno, precisamente dal 18 giugno scorso, circola attraverso i canali whatsapp un video diffamatorio che mi coinvolge". Basso è assunto nello staff del sindaco di Pontecagnano Faiano, Giuseppe Lanzara.

I dettagli

"Ho ricevuto disposizione - spiega - di scrivere un breve testo storico-poetico per la realizzazione di un'epigrafe commemorativa del Fondatore e primo sindaco dell'Ente, avvocato Amedeo Moscati, morto il 2 novembre 1970. La suddetta disposizione risale al settembre 2020 ma la realizzazione dell'epigrafe - a causa dell'emergenza sanitaria - è slittata a giugno di quest'anno quando la pubblica municipalità ha ritenuto di abbinare il 50° Anniversario della scomparsa di A. Moscati al 110° Anniversario della Fondazione del Comune di Pontecagnano Faiano. Secondo i compiti per i quali vengo retribuito e che afferiscono alla sfera delle politiche culturali, del cerimoniale e degli eventi nonché della ricerca storica, forte della documentata conoscenza delle vicende del territorio e di una acclarata propensione letteraria, ho stilato il testo dell'epigrafe che, sottoposto ai miei diretti superiori, è stato approvato. Per volere del Sindaco l'incisione epigrafica reca anche la dicitura Alessandro Basso dettò, come la consuetudine in materia impone e come il rispetto dell'ingegno e della proprietà intellettuale dell'autore (di qualsiasi produzione, scritto o opera d'arte) prevede. A margine di questa vicenda piuttosto ordinaria è stato realizzato e fatto circolare un video diffamatorio nel quale si afferma - col montaggio di foto personali e pubbliche - che la mia persona non ha merito alcuno per dettare un'epigrafe. Fin qui potrebbe anche essere vero, se qualcuno non avesse a mente il mio curriculum bibliografico. Ma il problema nasce dal fatto che nel video si insinua che il mio solo merito sia quello di essere amico, anzi dolce amico del sindaco per il quale lavoro. Quest'affermazione non si preoccupa neppure lontanamente di celare la matrice omofobica dalla quale promana".

La denuncia

"Poiché viviamo in un Paese dove non dovrebbe contare il gusto sessuale di una persona ma dovrebbe contare la qualità umana e professionale della stessa ho deciso di denunciare. Ho denunciato, cioè, non soltanto lo squallore verso la mia figura (poca roba) ma anche l'omofobia endemica che affligge una certa parte della società. Probabilmente in modo particolare quella parte di mondo che vive all'ombra della provincia. Questa malattia striscia sotto la pelle e inevitabilmente viene fuori quando si perde il controllo per l’impulso irrazionale e mediocre di ferire l’altrui dignità. Già negli anni passati qualcuno, per giunta un amministratore pubblico, aveva usato toni irriguardevoli verso la mia propensione di genere attraverso i social media. Questo per dire quanto sia radicata una certa cultura dell'odio e del disprezzo. Allora tacqui. Oggi non posso che parlare. Se gli autori del video credono di inibire la mia natura o di reprimere la mia libertà sbagliano di grosso. Non permetto a nessuno di mettermi la museruola. Non consento a nessuno di giudicare la mia umanità. E lotterò finché avrò voce per combattere la pochezza umana di chi si avvale di certi mezzi per tentare di uccidere lo spirito di qualcuno. A costoro io guardo con disprezzo saldo nelle mie convinzioni. Sono certo che essi sono vetro contro acciaio. Tuttavia ho il dovere di urlare il mio disappunto per rispetto a quanti sono stati schiacciati dal peso della diffamazione e del razzismo e si sono lasciati andare perché non hanno avuto spalle forti per reggere la fatica di una finta vergogna. Non vergognatevi. Non v’è colpa nell'essere omosessuali mentre è una colpa essere diffamatori. A chi soffre ogni giorno per la paura di essere quel che è io dico: non abbiate timore di gridare al mondo io sono come sono. Non siamo più soli".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omofobia endemica, la denuncia di Alessandro Basso: "Squallida vicenda"

SalernoToday è in caricamento