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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Pagani

Ai domiciliari con la fidanzata nell'armadio: ritorna in carcere

G.S. , sotto processo per violenza sessuale insieme ad A.S. nei confronti di una minore, era finito ai domiciliari dopo un anno di cautelare in carcere. La scoperta dei carabinieri gli è costata cara. Aveva in uso anche un telefono cellulare

Era ristretto ai domiciliari, ma la sua ragazza era nascosta nell’armadio. Per questa bravata è finito in carcere G.B. , il 20enne paganese che insieme ad A.S. è attualmente sotto processo perché accusato di aver sequestrato e violentato il 13 febbraio 2016 una ragazza minorenne. Il giovane, dopo un anno in carcere, era finito agli arresti domiciliari in un comune della provincia di Salerno. Poi aveva ottenuto il trasferimento a San Marzano sul Sarno, assistito dagli avvocati Giuseppe Della Monica e Stanislao Sessa. Ma secondo il provvedimento del giudice, non poteva avere in casa persone che non fossero i suoi familiari. Quando i carabinieri hanno effettuato il controllo di rito, hanno trovato una giovane ragazza nell’armadio, la sua fidanzata. Circostanza che è costata un aggravamento della misura al ventenne, che aveva con se anche due telefoni cellulari. Un’ulteriore violazione delle restrizioni che erano state imposte dal magistrato. Nei prossimi mesi i due saranno giudicati attraverso rito abbreviato condizionato ad una perizia, che avrebbe sollevato dubbi sulla violenza carnale che i due avrebbero consumato sulla minore. Quella sera, dopo averla trascinata con forza in auto, la condussero all’esterno di una scuola e, per la procura, abusato di lei. Questa mattina, invece, si è celebrata una nuova udienza del processo che vede i due giovani al banco degli imputati. I due sono sotto giudizio attraverso rito abbreviato: in aula è toccato ai periti nominati dal tribunale discutere i contenuti di una consulenza medica, chce spiegherebbe la violenza consumata dai due sulla minore, ma non la certezza di quella di tipo sessuale. La pubblica accusa, invece, ha fatto depositare una nuova perizia, quella del Racis di Roma, che parlerebbe di tracce di Dna dei due ragazzi sul corpo della presunta vittima. Il prossimo settembre, il tribunale nell'ammettere la perizia, ascolterà il tecnico del Racis affinchè illustri i contenuti di quella consulenza. La sentenza per i due ragazzi sarà infatti condizionata dai risultati medici disposti in fase di dibattimento dal tribunale

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