Inciampa e si ferisce su di un cavo elettrico, processo da rifare per un ambulante
Un 45enne di Pagani fu assolto dall'accusa, ma per la Cassazione il processo è da rifare, dopo l'accoglimento del ricorso della Procura generale
Inciampò in un cavo elettrico finendo a terra e procurandosi ferite per almeno 40 giorni. Un 45enne di Pagani fu assolto dall'accusa, ma per la Cassazione il processo è da rifare, dopo l'accoglimento del ricorso della Procura generale.
La storia
L'uomo, venditore ambulante presso il mercato di Avellino, nell'esercitare la sua attività "arbitrariamente ed imprudentemente" collegò all'autocarro di sua
proprietà un cavo elettrico che, dopo aver attraversato il marciapiede, andava a rifornire una bancarella di frutta e verdura di sua proprietà. Tuttavia, non adottò le dovute cautele tese ad evitare pericolo all'incolumità dei pedoni che utilizzano il marciapiede, essendo il cavo privo di protezione e di qualsivoglia segnalazione di pericolo. Mentre percorreva il marciapiede, la vittima inciampò nel cavo e finì a terra, ferendosi. Per la Cassazione ciò che fece l'uomo configura "un comportamento colposo rilevante. Il giudice di pace - scrivono i giudici - in sintesi, ha escluso l'esistenza di un'insidia affermando, in maniera del tutto apodittica, che il cavo era stato posto in una zona ben visibile alla persona offesa la quale, usando la normale attenzione, avrebbe evitato l'evento, senza, in alcun modo, fare ricorso a quanto stabilito dall'art. 40 cod. pen. in tema di responsabilità colposa". Per l'imputato, dunque, il processo è da rifare.