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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Pagani

Crac Panico: a processo per bancarotta l'imprenditore che accusò Gambino

Le accuse per il titolare del Pegaso, Amerigo Panico, con il fratello Luca e la sorella Maria Beatrice, per bancarotta e violazione della legge fallimentare. Cuore dell'inchiesta il fallimento della "Panico srl autoveicoli"

Crac Panico srl: in quattro affronteranno il processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta e violazione della legge che disciplina il fallimento di una società. Così ha deciso il gup del tribunale di Nocera Inferiore, che ha rinviato a giudizio il noto imprenditore Amerigo Panico, titolare del centro commerciale Pegaso, insieme ai fratelli Luca e Maria Beatrice. Dovrà difendersi dalle medesime accuse anche Matteo Renato Ciaccia, notaio napoletano. Balzato agli onori della cronaca come il "grande accusatore" dell’ex sindaco e attuale consigliere regionale Alberico Gambino nel processo "Linea d’Ombra", Panico è accusato di aver distratto fondi in concomitanza con il fallimento della sua società, la "Panico srl, veicoli industriali", complesso industriale ubicato in via De Gasperi. Le indagini condotte dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Salerno hanno permesso di ricostruire tutti i movimenti di soldi ritenuti fuori legge e ora oggetto di un processo che partirà il prossimo 21 settembre. Panico, in qualità di amministratore, avrebbe venduto simultaneamente il complesso aziendale "Pageco srl", il cui legale rappresentante era il fratello Luca, per un importo pari a 1 milione e 524.000 euro, di cui 1 milione e 273mila euro accreditati con bonifici allo stesso Amerigo Panico, che in un secondo momento restituiva 1 milione e 198 mila euro al fratello.

Secondo l’informativa della Procura, Panico cedette in seguito il 5 per cento della Pageco alla sorella Maria Beatrice, poi l’intera partecipazione azionaria nella società Banca Sud al fratello Luca, dal valore di 100 mila euro. E ancora: 25 mila euro allo stesso fratello per la quota di un dodicesimo di immobili del complesso "Ploner", nel comune di Dobbiamo e un contratto di locazione leasing per la barca a motore Islamorada. Le indagini coinvolsero anche il notaio Ciaccia, accusato dei medesimi reati in concorso, e il commercialista Angelo Sepe (che fu assolto a seguito del rito abbreviato). I fatti sarebbero stati commessi diversi anni fa, fino al 14 giugno del 2012: tre mesi dopo Amerigo Panico fu arrestato e condotto in carcere. L’inchiesta coordinata dal sostituto Roberto Lenza prese piede dopo la denuncia di due creditori di Panico, riguardo forniture complessive superiori al milione di euro tra il 2005 e il 2009. Nel ricostruire una serie di acquisti di immobili, transazioni, versamenti di acconti, restituzioni finanziarie e finanziamenti, le fiamme gialle scoprirono che i soldi per gli acquisti degli immobili pagati dalla Pageco alla Panico srl, tornavano via bonifici alla stessa Pageco, lasciando la società fallita, senza beni e senza fondi. Nell’ordinanza di misura cautelare, il gip parlò di «operazione negoziale relativamente simulata, che lasciava apparire all’esterno uno scambio figurato». L’imprenditore è difeso dal legale Federico Cioffi, mentre fratello e sorella dai legali Vincenzo Calabrese e Marcello Fattore. Il notaio Ciaccia, dall’avvocato Domenico Ducci. 

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