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Cronaca Pagani

Pagani, testimone non si presenta in aula: "E' stato minacciato"

Lo ha detto il pubblico ministero dell'Antimafia, Vincenzo Montemurro, alla fine dell'udienza del processo "Criniera", ieri mattina. L'uomo risultava vittima di un'estorsione e usura da parte di diverse persone

Il testimone non si presenta in aula per deporre. "E' stato minacciato, quando si è saputo che avrebbe dovuto venire in aula a testimoniare". Lo ha detto il pubblico ministero dell'Antimafia, Vincenzo Montemurro, alla fine dell'udienza del processo "Criniera", ieri mattina. L'uomo risultava vittima di un'estorsione e usura da parte di diverse persone, oggi imputate nel processo. Tra questi, i fratelli Vincenzo e Daniele Confessore, Antonio Petrosino D'Auria (ritenuto a capo del presunto clan omonimo a Pagani), Michele e Adolfo Faiella, Alfonso Cascella, Rosario e Michele Ruggiero. Secondo l'Antimafia, l'uomo fu sottoposto a prestito usuraio insieme alla moglie, perchè entrambi in stato di bisogno. Poi, in una fase successiva, sarebbe stato vittima di estorsione e dunque costretto a versare somme di denaro con tanto di interessi. Fatti che la Dda circoscrive al 2010, tra Pagani e Cava de' Tirreni. Per la prossima udienza, prevista per il 23 ottobre, il pubblico ministero ha disposto l'accompagnamento coatto del teste

Prima di questo, è toccato rendere deposizione ad un commerciante di Pagani. Titolare di un negozio di macelleria, ha risposto alle domande dell'avvocato Vincenzo Calabrese, difensore di Gennaro Napolano, accusato di estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso, nei riguardi di alcuni commercianti. In particolare, nel caso specifico il commerciante gli avrebbe dato della carne a titolo gratuito. Per l'Antimafia il motivo era riconducibile alla "coartazione psicologica" e al "contesto criminale" che accompagnava alcuni degli indagati. Ma per il commerciante non era così. Lo stesso ha specificato di non essere stato mai costretto a regalare merce, ma di essere stato lui stesso, più volte, a farlo per persone in stato di bisogno. "L'ho sempre fatto, non verso tutti - ha precisato - ma non posso andare a vedere chi è pregiudicato e chi no. L'ho fatto anche per la mensa dei poveri". Un atteggiamento diverso aveva avuto invece un precedente commerciante, che si era contraddetto più volte, spingendo il tribunale a verificare se lo stesso fosse stato minacciato prima della deposizione. Il processo "Criniera" riprenderà il prossimo 23 ottobre: cuore del dibattimento sono le attività criminali del clan Fezza - D'Auria Petrosino, i suoi rapporti con l'allora amministrazione del sindaco Alberico Gambino e gli interessi nel settore dei trasporti.
 

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