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Cronaca Pagani

Pagani, commerciante nega estorsione e minacce: ora rischia il processo

E’ stato raggiunto dalla richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di falsa testimonianza, resa nel corso del processo "Criniera", un commerciante, che ai giudici del collegio aveva negato quanto invece riferito ai carabinieri, in fase d'indagine

E’ stato raggiunto dalla richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di falsa testimonianza, resa nel corso del processo "Criniera", un commerciante di Pagani, che ai giudici del collegio aveva negato quanto invece riferito ai carabinieri, in fase d'indagine. L'udienza fu celebrata il 23 ottobre 2017. Il processo, attualmente in corso, è incentrato su presunte attività estorsive e azioni criminali contestate al clan Fezza-Petrosino D’Auria a Pagani, con contestazioni legate anche a presunti rapporti con alcuni esponenti dell’amministrazione comunale negli anni 2005-2009.

La testimonianza

Il commerciante aveva negato sia le minacce che l'estorsione che avrebbe subito da uno degli imputati. Interrogato dal pubblico ministero della Dda, Vincenzo Montemurro, aveva negato «di aver consegnato a malincuore la somma di trecento euro a G.N. , in considerazione del fatto che conosceva lo stesso come ‘uno e’miez a via’, quale contributo per la festa nel rione Barbazzano di Pagani». Su sollecito del magistrato, aveva poi negato «di aver rifiutato di consegnare gratuitamente ad un ragazzetto inviato dall'imputato, delle bibite per la festa rionale». 

Il processo

Anche in questo caso, contrariamente a quanto dichiarato durante le indagini, il teste ha smentito «di essere stato colpito violentemente al volto dall'imputato, giunto nel suo negozio in seguito del rifiuto della consegna delle bibite al suo emissario». Il processo Criniera, sviluppo del processo “Linea d’ombra”, contro il sistema di camorra a Pagani, aveva già registrato i passi indietro di alcuni testimoni, con ammissioni solo parziali e in altri casi, invece, negate, rispetto al prospetto accusatorio iniziale. Tra questi, anche la presunta cessione, a titolo gratuito, da parte di un macellaio, di un quantitativo di carne, “elargito” in ragione dello status criminale contestato ad alcuni imputati. Il commerciante rischia ora il processo. La sua posizione sarà valutata dal gip, in udienza preliminare. 

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