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Cronaca Pagani

Cartelle "false" per attestare interventi mai eseguiti: il medico di Pagani si difende

Sceglie Facebook il dottore Giuseppe De Martino per chiarire la sua posizione dopo l’arresto avvenuto, nella giornata di ieri, a Napoli per i reati di concorso in falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato

Sceglie Facebook il dottore Giuseppe De Martino, originario di Pagani, per chiarire la sua posizione dopo l’arresto avvenuto, nella giornata di ieri, a Napoli per i reati di concorso in falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato.

Le indagini 

Secondo la Procura, l’uomo, all'epoca dei fatti contestati, era in servizio presso una clinica partenopea. I carabinieri del Nas hanno constatato che in quattro giorni, fra il 25 ed il 28 febbraio 2020, il medico avesse effettuato ben 32 interventi chirurgici nonostante si trovasse a Madonna di Campiglio. Secondo quanto appurato, il medico avrebbe falsificato numerose cartelle cliniche che attestavano la sua presenza in sala operatoria.

La difesa di De Martino: 

“Cari amici, colleghi e pazienti, ieri ho fatto una nuova esperienza di vita, quella di avere notificati gli arresti domiciliari... Questa misura cautelare servirebbe ad evitare che io possa reiterare i reati che si presume abbia commesso. I reati contestati risalgono al mio periodo di Responsabile in clinica Mediterranea e sarebbero di due tipi: il falso ideologico e la violenza privata. Il falso ideologico si sarebbe realizzato in 34 casi di intervento (su più di 4000 interventi effettuati) nei quali sarebbe stato riportato anche il mio nome sul referto (oltre a quello dei miei collaboratori che avevano effettuato l'intervento) nonostante io non fossi presente. Tutti e 34 gli interventi in questione risalgono ad una singola settimana del 2020 durante la quale ero effettivamente assente poiché in vacanza sulla neve e dove, forse per errore o forse solo perché responsabile del servizio, fu lasciato anche il mio nome sul referto. La presenza o meno del mio nome avrebbe un effetto neutro perché non ne ricaverei alcun vantaggio. nè di tipo economico nè di altra natura... Il secondo reato ipotizzato sarebbe la violenza privata. Essa nascerebbe invece da un mio alterco con degli infermieri e con una caposala della Mediterranea che, improvvisamente, su suggerimento degli anestesisti, si erano rifiutati di somministrare i sedativi che io ed i miei collaboratori regolarmente usiamo durante i nostri interventi. Un secondo episodio di violenza privata sarebbe invece legato ad un alterco avuto con un anestesista circa la valutazione del rischio operatorio di un paziente. Da notare che quegli stessi infermieri che si erano rifiutati di sommistrare, avevano somministrato fino a quel momento, cioè per tre anni di seguito, gli stessi farmaci sedativi senza mai rifiutarsi o dogliarsi....L'impianto accusatorio è basato in gran parte sulle testimonianze rese proprio dagli anestesisti e da alcuni infermieri della Mediterranea vittime, a loro dire, della violenza privata e restituiscono al Pubblico Ministero un ritratto della mia persona molto lontano da quello che sono: vengo descritto come violento, prevaricatore e socialmente pericoloso...Ho lavorato e lavoro in diverse altre cliniche campane e del Sud Italia e non ho mai avuto problemi di questo tipo. Nessun altro anestesista o infermiere mi ha mai denunciato per violenza privata o per falso ideologico. Ho ricevuto in queste ore centinaia di manifestazioni di vicinanza da parte di colleghi e pazienti e sono sereno. Nonostante questa brutta esperienza rimango confidente nel lavoro della Magistratura e sono certo che essa saprà far emergere la verità e restituirmi giustizia. Un abbraccio a tutti voi Giuseppe De Martino”

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