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Cronaca Pagani

Gambino, causa su decadenza revocata: dovrà pagare le spese

Dopo essere stato costretto a lasciare la fascia di sindaco, in ragione di una sentenza che aveva fatto scattare per lui la legge Severino, Gambino dovrà pagare le spese di giustizia per una richiesta di revocazione di quel verdetto a cui aveva rinunciato dopo la pronuncia del tribunale di Nocera

Dopo essere stato costretto a lasciare la fascia di sindaco di Pagani, in ragione di una sentenza che aveva fatto scattare per lui la legge Severino, l'ex sindaco Gambino dovrà pagare le spese di giustizia per una richiesta di revocazione di quel verdetto a cui aveva rinunciato dopo la pronuncia del tribunale di Nocera Inferiore. Lo ha deciso la Corte di Cassazione

La storia

I giudici hanno ora depositato le motivazioni a seguito della richiesta di rinuncia dei legali di Gambino, condannando l'ex sindaco a pagare, in favore del Ministero dell'Interno (che aveva deciso di opporsi alla revocazione della sentenza) alle spese del giudizio di legititmità, quantificate in 5200 euro. Nel giugno 2019, Gambino fu raggiunto da una sentenza della Cassazione nella quale veniva respinto il suoricorso contro la decisione della Corte d'Appello Civile di Salerno, che confermò la dichiarazione di incandidabilità legata all'inchiesta che lo vide coinvolto anni prima e che determinò lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del consiglio comunale di Pagani. L'ex sindaco impugnò il verdetto, andando in Cassazione. Secondo la sua difesa, i giudici avevano commesso un errore "per la mancata percezione delle evidenze che avevano condotto all'incandidabilità - sintetizzano i giudici - non avendo apprezzato nella identità deifatti oggetto del giudizio civile rispetto a quelli contestati in sede penale, l'intervenuta assoluzione con formula "perchè il fatto non sussiste", cui erano pervenuti i giudici penali chiamati a verificare i reati di voto di scambio politico-mafioso e concussione aggravata. 

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La sentenza di decadenza

Nel frattempo il Ministero degli Interni, così come la Procura, mossero i primi passi con una serie di atti amministrativi sfociati, poi, nell'agosto 2019 nel ricorso firmato dalprefetto Francesco Russo al Tribunale di Nocera per la decadenza da sindaco. Agli inizi di ottobre arrivò il verdetto della Prima sezione civile, per il quale la decisione della Cassazione sull'incandidabilità era da ritenersi definitiva. "Lungi dall'esprimere giudizidi valore che non competono a questo tribunale - recitava la motivazione - oggi non è certamente tollerabile nel nostro ordinamento giuridico che un sindaco, pur eletto tramite il consenso popolare, permanga in carica, seppur colpito in via definitiva da una causa di incandidabilità che ne ha accertato la responsabilità personale, in occasione dei fatti che nel 2011 dettero luogo poi allo scioglimento del Consiglio comunale". La richiesta di rinuncia al giudizio era legata alla "sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente a proseguire il processo, con conseguente cessazione della materiale del contendere, con compensazione delle spese di lite". Nel frattempo il Ministero aveva presentato un contro ricorso. Da qui la Camera di consiglio della Cassazione, che ha dichiarato estinto il procedimento, condannandoGambino a pagare le spese di giudizio. 
 

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