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Cronaca Pagani

Pagani, omicidio Venditti: condanna definitiva per Luigi Fezza

Respinto il ricorso in Cassazione della difesa. La condanna a 30 anni per il figliastro del boss, Tommaso, è ora definitiva. L'accusa lo inquadra nel ruolo di "basista" per i due killer che uccisero il 24enne, mai identificati

Omicidio Venditti: condanna definitiva a 30 anni per Luigi Fezza, figliastro del boss di Pagani, Tommaso. La sentenza è definitiva dopo il rigetto della Cassazione sul ricorso presentato dalla difesa, a seguito della tripla condanna in Corte d’Appello. Luigi Fezza rispondeva di omicidio volontario in concorso per la morte di Antonio Venditti, "o minorenne", freddato lo scorso 6 aprile 2007 da due killer rimasti sconosciuti. Il processo era stato ripreso in secondo grado più volte per volere della Suprema Corte, che aveva chiesto maggiori chiarimenti su verifiche di tipo tecnico, quali perizie foniche e contenuto di intercettazioni ambientali e telefoniche. Nel giorno di Venerdì Santo a Pagani, Antonio Venditti, 24enne pregiudicato, fu trucidato da un commando che viaggiava a bordo di una moto di grossa cilindrata. I killer indossavano un casco integrale al volto. La posizione di Fezza fu localizzata attraverso l’attribuzione di alcuni frammenti vocali. Quel giorno, una persona avrebbe chiamato Francesco Fezza, fratello dell’imputato, senza ottenere risposta.

Ma gli inquirenti captarono alcune frasi udite nelle vicinanze dell’apparecchio telefonico: «Non risponde» e «scende con un Sh». Parole pronunciate da una voce ritenuta compatibile a quella di Luigi Fezza. A seguire ce ne fu un’altra, di dubbia attribuzione: «Uccidilo tu, fallo tu». Per i giudici, il figliastro del boss avrebbe partecipato all’omicidio fornendo dettagli prima dell’agguato. Venditti transitò a bordo di uno scooter in compagnia della nipotina, intorno alle 18.30, in viale Trieste. In quel momento, le strade si stavano riempiendo per la processione di Pasqua. Dieci i proiettili esplosi contro il giovane, colpevole di aver provato a imporsi nella gestione delle piazze di spaccio a Pagani, oltre che per il ferimento di Francesco Vanacore nei pressi di un negozio di proprietà dei Fezza. Le sentenze descrissero l’agguato come quello tipico di organizzazioni camorristiche. Luigi Fezza fu arrestato con il blitz “Taurania”, concentrato sul dominio territoriale del clan Fezza - Petrosino D’Auria in materia di stupefacenti.

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