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Cronaca Pagani

Pagani, trovato l'ex pentito che ora è in carcere: dovrà testimoniare contro il clan

Gerardo Baselice avrebbe dovuto cominciare ieri mattina la sua testimonianza, ma un problema di notifica ha rinviato il tutto alla prossima udienza. Lo cercavano da mesi. Ora è in carcere, non essendo più collaboratore di giustizia

Scomparso per mesi, viene ritrovato e arrestato non essendo più nel programma di protezione. E ora dovrà testimoniare contro il clan Fezza - D'Auria Petrosino. Lui è Gerardo Baselice, 60enne paganese ex collaboratore di giustizia, che ieri mattina avrebbe dovuto dare il via alla sua testimonianza, come richiesto dal pm della Dda, Vincenzo Montemurro, nel processo "Taurania Revenge" contro il clan di Pagani. Il tutto è stato rinviato al prossimo 15 febbraio, per una mancata comunicazione all'avvocato difensore dell'uomo. Eppure, per mesi la polizia giudiziaria non era riuscito a trovare Baselice, nonostante diversi tentativi. Provarono prima nel suo ultimo domicilio in Veneto, a Vicenza, senza ottenere risposta. Poi avrebbero provato a contattarlo sull’ultimo e più recente numero di cellulare fornito dallo stesso Baselice. Ma anche in quell’occasione, nessun riscontro. L’utenza risultava non attiva. Nessuna traccia neanche presso la sua casa, a Pagani. Poi sarebbe stato localizzato, tornando in carcere perchè non più sottoposto al programma di protezione come previsto per i collaboratori di giustizia. La sua testimonianza risulta però importante ai fini del processo. Il suo nome compare per la prima volta nel processo per l’omicidio Aziz.

In seguito, le sue dichiarazioni furono utilizzate anche in altri procedimenti che sfioravano diversi elementi ritenuti organici al clan di camorra. Per “Taurania Revenge”, nel dettaglio, Baselice - così come Califano - avrebbe avuto il compito di custodire armi e droga per il gruppo criminale composto - secondo le indagini - da Vincenzo Confessore, Francesco Fezza e Andrea De Vivo. Il locale individuato per il deposito era un box - garage in via San Domenico a Pagani, nei pressi del parcheggio Sant’Alfonso. Il 60enne espresse poi la volontà di collaborare con la giustizia. Circostanza, questa, spuntata fuori grazie da un’intercettazione ambientale. Poco prima che il collegio si congedasse, Baselice ha tuttavia ribadito che non dirà "Niente di diverso dai verbali". Nell'aula collegiale, ieri mattina, è  comparso per la prima volta anche Andrea De Vivo, libero dal 41 bis ma ritornato in carcere perchè beccato in casa - dove era ristretto agli arresti domiciliari - con persone che non avevano l'autorizzazione a essere fisicamente presenti con lui. Il processo si avvia alle battute finali, con la calendarizzazione decisa dal tribunale e una sentenza in primo grado, attesa nel mese di aprile. Cuore del dibattimento, la gestione di un sistema per lo spaccio di droga nelle mani del clan Fezza - D'Auria.

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