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Cronaca Pagani

Pagani, punito per aver attirato i carabinieri: il processo è da rifare

La Cassazione ha annullato con rinvio le condanne in secondo grado per le otto persone, colpevoli di aver pestato P.C. Il collaboratore di giustizia, litigando con la ex convivente, attirava i carabinieri nel quartiere dello spaccio

Il processo per il pestaggio del collaboratore di giustizia, P.C. , è da rifare. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, annullando con rinvio la sentenza di condanna per otto persone emessa in secondo grado dalla Corte d'Appello di Salerno. Nel ricorso presentato dagli avvocati difensori, tra i quali Giovanni Pentangelo, Eduardo Sorrentino, Gianfranco Ferraioli e Domenico Ducci, la nullità della sentenza di secondo grado, con elementi che richiamavano quella di primo, oltre a difetti sulle deposizioni di alcuni testimoni, in alcuni casi in contraddizione tra loro. Le motivazioni dei giudici romani si conosceranno solo dopo i tempi di legge, ma intanto il dibattimento ricomincerà da zero, presso la Corte d'Appello di Napoli. Gli imputati sono V.B. , G.D.V. , A.N. , A.S. , C.C. , V.C. , V.D. e V.P. La vittima, presunta, l'attuale collaboratore di giustizia P.C. , sequestrato la sera del 27 aprile 2010 e picchiato a sangue. Le sue liti continue con la ex convivente avrebbero attirato più volte le forze dell'ordine nel quartiere "Lamia", a Pagani. Il pestaggio altro non rappresentava che una punizione. 

Le condanne in secondo grado andavano dai quattro ai tre anni. Bisogna lettere le motivazioni dei giudici del secondo grado per comprendere il contesto nel quale si consumò l'agguato al 42enne. Cuore di tutto la Lamia, quartiere feudo del presunto clan di Pagani, che i magistrati sottolineano fosse da «preservare». Gli imputati vengono collocati nella sfera gravitazionale di quel contesto criminale, e autori di una «violenza esemplare». P.C. fu trovato in casa del fratello dai carabinieri della tenenza di Pagani, che lo scortarono sofferente al pronto soccorso. Aveva il volto tumefatto, il naso fratturato e due denti che penzolavano. Poco prima, era stato prelevato con forza dalla sua abitazione in via Barbazzano e messo a bordo di una Lancia Y. La destinazione era via Matteotti, dove fu pestato selvaggiamente.  

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