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Cronaca Pagani

Pagani, il boss Tommaso Fezza: "Solo calunnie su di me: voglio difendermi in aula"

Il boss ergastolano, in carcere per omicidio, ha chiesto al tribunale di potersi recare in aula e difendersi dalle accuse. Il collegio valuterà la sua richiesta. In aula la testimonianza sulle indagini fatta dall'ex dirigente Claudio De Salvo

"Voglio partecipare al processo e difendermi dalle calunnie che vengono dette su di me". A chiederlo il boss ergastolano Tommaso Fezza. Con le sue parole si è aperta ieri mattina l'udienza valida per il processo "Criniera", concentrato su quegli «equilibri criminali» creatisi dal 2008 in poi a Pagani e nell’Agro nocerino sarnese, con interessi del clan Fezza - Petrosino D'Auria nel settore dei trasporti di ortofrutta e in attività dell'amministrazione comunale. Fezza, in carcere per l'omicidio di Milica Petrovic, una giovane ragazza slava con la quale il boss intratteneva una relazione extraconiugale, ha spiegato di non riuscire a seguire perfettamente le fasi del processo dal carcere. Il tribunale valuterà la sua richiesta, inoltrando istanza al Dap e verificare la fattibilità di un suo trasferimento in aula. L'udienza ha poi registrato la testimonianza dell'ex dirigente della Dia, Claudio De Salvo, che ha ripercorso la genesi delle indagini. Partendo da fatti "storici", richiamando sentenze che raccontarono della guerra tra il clan Contaldo e quello di Gioacchino Petrosino D'Auria (con l'omicidio Quaranta e due tentativi di omicidio falliti), arrivando fino al 2009, con gli interessi criminali del clan D'Auria Petrosino nella gestione dei parcheggi al Comune di Pagani e nel trasporto di aziende ortofrutticole.

Nel dettaglio, De Salvo ha raccontato della denuncia all'Antimafia di un autotrasportatore di San Marzano Sul Sarno, vittima di un atto intimidatorio concretizzatosi nell'esplosione di alcuni colpi d'arma da fuoco sulla sua abitazione.  E questo, per essersi rifiutato di concedere alcune commesse su gomma a favore di un'altra ditta, gestita - per gli inquirenti - da persone ritenute vicine al clan di Antonio Petrosino D'Auria. La prossima udienza vedrà la testimonianza dell'ex tenente di Pagani, Marco Beraldo. Due le fasi principali dell'inchiesta "Criniera": la prima, concentrata sui movimenti del clan Fezza - Petrosino D’Auria, impegnato in attività quali estorsioni ed usura a danno di esercizi commerciali nella città di Pagani e del comprensorio. L'Antimafia parlò di «reimpiego di denaro proveniente da attività illecite», «detenzione e porto illegale d’armi» e «traffico di sostanze stupefacenti». Il clan avrebbe avuto una forte influenza su una serie di attività economiche, come società di trasporti e di trasformazione di prodotti ortofrutticoli. A riguardo, l'Antimafia avrebbe registrato anche una collusione con il clan dei Casalesi. La seconda fase invece analizzò gli intrecci tra camorra, politica e imprenditoria, finalizzati all’aggiudicazione di appalti pubblici a favore di cooperative e aziende controllate dal clan, proprio grazie ad un’influenza sul «sistema politico-elettorale». Nel dettaglio, il settore dei parcheggi al comune di Pagani, con la società "New Service" finita nel mirino per alcune assunzioni
 

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