Scomparsa di Marzia, stop all'autopsia: difesa chiede un incidente probatorio
Uno dei legali delle persone indagate, infatti, ha chiesto di procedere con l’incidente probatorio, fermando l’avvio dell’autopsia sul corpo ritrovato giorni fa. Dunque un'anticipazione della prova, con la nomina di un perito, terzo, che faccia da sintesi tra l'ipotesi della Procura e quelle dei difensori
Non ci sarà l’autopsia sul cadavere ritrovato tra Pontecagnano Faiano e Montecorvino Pugliano, una settimana fa, che gli inquirenti ritengono possa essere di Marzia Capezzuti. La scoperta era avvenuta in un casolare di Santa Tecla. Uno dei legali delle persone indagate, infatti, ha chiesto di procedere con l’incidente probatorio, fermando l’avvio dell’autopsia. Corpo che, ricordiamo, non ha ancora un'identità. La difesa, invece, ritiene maggiormente utile l'anticipazione della prova, con la nomina di un perito, terzo, che faccia da sintesi tra l'ipotesi della Procura e quelle dei difensori. Ci saranno dieci giorni di tempo per formalizzare la richiesta. A sua volta, legata a garanzie della stessa difesa e dei problemi che, fanno sapere gli avvocati, emergerebbero su un'autopsia da svolgere su un corpo oramai già compromesso.
L'indagine
Oggi tutti i legali, compreso il legale che rappresenta famiglia di Marzia, erano stati convocati in procura dal pm Lucia Vivaldi per l’avviso di accertamento tecnico e la nomina di un consulente utile ad avviare l’autopsia. “Abbiamo 10 giorni di tempo adesso per formalizzare questa istanza e la nomina di un consulente terzo”. L’avvocato Gentile Nicodemo, che rappresenta la famiglia di Marzia, all’uscita dalla Cittadella giudiziaria ha parlato di storia dell’umanità perduta e di indifferenza . “In tanti sapevano, ci sono diverse segnalazioni - ha detto con rammarico - duole il cuore perché c’è stata l’indifferenza che ha ucciso più di tutto”. Sette le persone iscritte nel registro degli indagati. I carabinieri, dopo i nuovi sopralluoghi degli ultimi giorni, avevano riascoltato i vicini di casa che avrebbero raccontato di aver sentito e assistito ad episodi di maltrattamenti nella casa degli indagati. Poi avrebbero interrogato una giovane madre (ora ospite di una casa famiglia) che avrebbe vissuto alcune fasi della gravidanza nella medesima abitazione.