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Cronaca

Carlo Aquila vive in un furgone: "Sono senza casa e senza lavoro, Napoli e Savastano mi aiutino"

L'uomo di 61 anni, che è stato sfrattato dalla sua abitazione perchè non riusciva più a pagare l'affitto, abita in un veicolo parcheggiato tra via Gelsi Rossi e via Vinciprova, a pochi passi dal centro cittadino di Salerno

Da circa un mese vive in un furgone, parcheggiato tra via Gelsi Rossi e via Vinciprova, a pochi passi dal centro cittadino di Salerno. Carlo Aquila, 61 anni, abitava fino a poco tempo fa in una casa ubicata in via Trani al civico 6. I primi giorni di febbraio, però, è stato sfrattato perché, purtroppo, non ha più un lavoro. Prima con qualche lavoretto riusciva a mantenersi, si occupava di traslochi o di manutenzione, ma adesso non è più così. “Sarei disposto a fare qualsiasi cosa – ci dice Carlo – Anche l’autista o qualunque mestiere pur di vivere dignitosamente”. Non vuol chiedere aiuto alla Caritas e neanche alla Mensa dei Poveri. Ma vuole che siano le istituzioni, in particolare il Comune di Salerno,  ad interessarsi del suo caso.

Per questo nei giorni scorsi ha protocollato una lettera indirizzata al sindaco Vincenzo Napoli e all’assessore comunale alle politiche sociali Nino Savastano per chiedere un loro intervento arrivando a paventare, in caso contrario, anche il suicidio. Finora, però, risposte non sono arrivate. “Sono i politici, gli amministratori a dover aiutare i bisognosi come me. Sono stato anche al Comune – racconta Carlo – per parlare con il primo cittadino o l’assessore ma non è stato possibile. Allora un consigliere comunale di maggioranza mi ha detto di rivolgermi al Settore Politiche Sociali di Torrione perché lì mi avrebbero potuto dare tutte le informazioni per avere mille euro al mese viste le mie precarie condizioni di vita. Lì, però, la dirigente mi ha ribadito che, per usufruire di tale servizio, dovrei avere un altro contratto di affitto. Insomma, nessuno è in grado di dirmi cosa posso fare per vivere. Mi sento completamente abbandonato”. 

Gli è rimasto solo quel Ducato bianco con un lettino, qualche coperta per proteggersi dal freddo, un fornellino da viaggio e la solidarietà di alcuni residenti della zona che provano ad aiutarlo. “A me basterebbe anche avere un camper, anche piccolo, per vivere dignitosamente” si sfoga Carlo, che aggiunge: “Per i terremotati o gli extracomunitari lo Stato mette a disposizione strutture e alberghi. Ai senza tetto italiani, però, nessuno pensa. Se devo vivere così, meglio morire….”. La speranza è che qualcuno, in tempi rapidi, si interessi quanto prima della sua drammatica condizione di vita per consentirgli di uscire da questo incubo che sembra non finire mai.

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