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Cronaca

San Matteo 2015, i portatori al vescovo: "La statua entri dentro il Comune"

I membri delle paranze chiedono a monsignor Luigi Moretti di rivedere il percorso della processione del Santo Patrono e la convocazione di un tavolo per discuture dell'evento

Dopo le contestazioni pubbliche dello scorso anno, che hanno scaturito l’apertura di una vera e propria indagine da parte della Procura della Repubblica con i primi avvisi di garanzia già notificati alle persone coinvolte. E nonostante le aperture dei  giorni scorsi arrivate dall’arcivescovo Luigi Moretti i membri delle paranze di San Matteo, San Giuseppe, San Gregorio VII, Sant’Ante, San Fortunato e San Gaio vogliono di più. O meglio vogliono che nel percorso della processione venga reinserita la tappa all’interno del Comune di Salerno.  

“I portatori - si legge in un documento ufficiale - nel prendere atto di quanto comunicato da monsignor Moretti con la missiva del 27 giugno, pur condividendo in gran parte il suo contenuto, rilevano, in particolar modo in un passaggio, una forte rigidità, di non facile comprensione, ossia il riferimento alla sosta per la preghiera e la riflessione su alcuni passi dell’Evangelista, dinanzi al Palazzo di Città, con la relativa benedizione per le istituzioni, laddove si legge che la Statua del Santo Patrono “sosterà dinanzi all’edificio senza entrarvi”. Per le paranze se ciò dovesse accaderepriverebbe l’intera comunità salernitana di un fermo, consolidato, tradizionale e storico caposaldo della tradizione della processione che da sempre si è sostanziata anche della benedizione del simulacro di San Matteo all’interno del Palazzo di Città, casa comune di ogni salernitano, dinanzi all’effige realizzata nella vetrata che da sfondo all’ingresso del Comune, affidando la città nelle mani proprio dell’Evangelista”.

Poi ricordano come “sin dal lontanissimo 1544 l’immagine del Santo Matteo è stata inserita nello stemma della civitas, storia raffigurata anche nel Panno di San Matteo, innalzato e onorato ogni 21 di agosto nell’atrio del Duomo, proprio dinanzi all’ingresso della navata centrale della Chiesa dove, nella lunetta al di sopra del fregio, è conservato un affresco che raffigura San Matteo intento a scrivere il Suo Vangelo, ispirato dall’Angelo, all’interno del quale sono riportati gli stessi colori dello stemma di Salerno”. Infine i portatori dei santi si rivolgono direttamente all’arcivescovo Moretti affinchè riveda tale scelta per “non distaccare il viscerale legame e la profonda devozione tra Salerno, i salernitani e il Santo protettore, nel pieno rispetto delle regole ecclesiali, ma anche nel pieno rispetto delle tradizioni civili e storiche di questa città”. E chiedono la convocazione di un tavolo organizzativo intorno al quale, tutte le parti in causa, ossia la Curia, il Comune, le istituzioni coinvolte, le forze dell’ordine e il gruppo dei Portatori di San Matteo, analizzino e determinino, definitivamente, il percorso e le modalità di svolgimento della processione, oltre a tutti gli aspetti sia del rito civile, sia di quello religioso riguardanti i festeggiamenti del Santo Patrono".

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