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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Processione della vergogna: il sindaco continua a minimizzare, parlano i portatori

Il sindaco De Luca continua a minimizzare. Secondo il primo cittadino, come già scritto ieri su Facebook, sarebbero "abnormi le amplificazioni di piccoli episodi": oggi non ha risposto ai giornalisti

Il sindaco De Luca continua a minimizzare. Secondo il primo cittadino, come già scritto ieri su Facebook, sarebbero "abnormi le amplificazioni di piccoli episodi, di sicuro non commendevoli, che si sono registrati nel corso della processione di San Matteo che deve caratterizzarsi sempre (come ha sottolineato la Curia) come momento di religiosità e preghiera. Riconfermo la mia condivisione e il mio rispetto per ogni scelta di sobrietà", ha sottolineato De Luca.

I fischi all'arcivescovo, l'interruzione alla preghiera e lo stravolgimento del percorso della processione, dunque, non sembrano aver sconvolto De Luca che oggi, sollecitato dai giornalisti a esprimersi sulla processione della vergogna, rimbalzata sui media di tutta Italia, ha preferito non commentare, tirando dritto. Intanto, oltre ai commenti giunti dall'Arcidiocesi, in tanti i prelati indignati per quanto accaduto ed anche per la scarsa considerazione riservata agli episodi dal primo cittadino. "Mi perdoni signor Sindaco ma non mi pare si sia trattato di amplificazioni di piccoli episodi. - ha osservato, tra gli altri, monsignor Mario Salerno, parroco di Sa Demetrio e presidente dell'Istituto sostentamento clero - Fischiare il vescovo lungo tutto il tragitto, inveire contro di lui, impedirgli di pregare per quasi quattro lunghe ore tra tifo da stadio e paranzelle varie le sembrano piccoli episodi non commendevoli? E' necessario ritrovare serenità e compostezza, certo ma nella verità e nel rispetto", ha concluso. E questa mattina, durante la messa celebrata alle 10 presso la parrocchia dei Cappuccini di piazza San Francesco, il frate nell'omelia ha ripetuto più e più volte la parola "sacrilegio" riferendosi a quanto accaduto il 21 settembre e sostenendo che l'intera città di Salerno si sia macchiata di un grave peccato contro il Vescovo, la Chiesa e contro il Papa tanto che sarebbe opportuno indire una processione di penitenza per l'increscioso accaduto.

Intanto la Digos sta raccogliendo elementi per eventuali responsabilità penali, quali il turbamento di funzioni religiose e l'offesa ad un ministro del culto. La conferma di tali elementi, dunque, comporterebbe l'apertura di un fascicolo d'inchiesta. I portatori dal canto loro si dicono amareggiati per l'accaduto: la loro ira è scattata nel trovare le statue già fuori la Cattedrale, impedendo così per la prima volta la loro uscita dal Duomo, senza preavviso. Inoltre hanno fatto presente di non avere responsabilità circa i fischi e le urla della folla. Continuano ad arrivare, nel frattempo, gli attestati di solidarietà al Vescovo, come quello del senatore Enzo Fasano presente alla processione e da parte del direttivo della Compagnia delle Opere Campania: "I fatti verificatisi durante la processione di San Matteo impongono un giudizio chiaro da parte di chiunque si senta appartenente alla Chiesa, in particolare se imprenditore e impegnato nella vita sociale. - scrivono Antonio Ilardi del direttivo nazionale e Roberto Tuorto di quello regionale -  Per questo diciamo, con decisione, che siamo per Salerno e con il suo Vescovo. Siamo cioè con la Chiesa e chi la guida, con il suo Pastore. Se non siamo disposti a cambiare un percorso, come saremo disposti a cambiare il nostro cuore e a convertirlo all’essenziale, come, tra l’altro, più volte ci sta richiamando non solo il nostro Arcivescovo, ma anche lo stesso Papa Francesco? Qui c’è in gioco qualcosa in più dell’immagine di una città, c’è in gioco il Senso Religioso, evidentemente spappolato, di un popolo. Noi, come Compagnia delle Opere, come imprenditori impegnati a costruire il presente ed il futuro di questa città, oggi, più di ieri, intendiamo seguirlo", hanno concluso.

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