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Cronaca

Processo Chernobyl: manca poco, anche la Provincia parte civile

Veleno usato come concime, con quasi un milione di tonnellate di rifiuti pericolosi trattati in maniera illegale ed un affare che avrebbe fruttato almeno cinquanta milioni di euro, oltre ai sette milioni e mezzo di evasione dell'ecotassa

Anche la Provincia di Salerno si costituirà parte civile, dinanzi al Tribunale Penale di Salerno, nel “Processo Chernobyl”. Ad annunciarlo è l’assessore provinciale all’Ambiente e agli Affari Legali, Adriano Bellacosa. "Il presidente Antonio Iannone – spiega - ha raccolto immediatamente la sollecitazione formulata da parte del sindaco di Polla e consigliere provinciale Rocco Giuliano, perché anche la Provincia di Salerno si costituisse parte civile, quale ente danneggiato, dalle gravissime condotte contestate ai trentanove imputati del Processo Chernobyl". "Si tratta – aggiunge Bellacosa - di una prima azione da porre in essere, a tutela del territorio della provincia di Salerno, e in particolare del Vallo di Diano, partecipando attivamente al processo di accertamento delle condotte illecite, cui dovrà unirsi ogni sforzo, sia amministrativo che politico, perché si ripari al danno arrecato alla nostra terra, con incisive ed efficaci azioni di risanamento".

Manca davvero poco, dunque, al processo che si terrà il 30 gennaio presso il foro salernitano. Come reso noto, grazie a centomila conversazioni telefoniche intercettate e decine di ore filmate dai carabinieri del Noe, la procura casertana ha mappato i terreni agricoli e i fondi usati come discariche abusive e sversatoi di rifiuti tossici e pericolosi. Sei in provincia di Salerno: località Tempa Cardone a San Pietro al Tanagro (12.000 mq); località Buco Vecchio a Teggiano (10.000 mq); località Sanizzi a Sant'Arsenio (due aree agricole di 5.000 e 10.000 mq separate da una strada sterrata); località Via Larga a San Rufo (4.000 mq); terreni privati in località Serroni a Montecorvino Rovella; terreni privati in località Ponte Barizzo a Capaccio. I magistrati casertani, negli atti, descrivono quattro direttrici per lo smaltimento illecito dei rifiuti: Salerno ne rappresenta la seconda, attraverso l'utilizzo illecito dell'impianto denominato SO.RI.ECO. S.r.l., dove venivano smaltiti rifiuti provenienti dai depuratori di Marcianise, Orta di Atella in provincia di Caserta, Cuma in provincia di Napoli e Mercato San Severino in provincia di Salerno.

Veleno usato come concime, con quasi un milione di tonnellate di rifiuti pericolosi trattati in maniera illegale ed un affare che avrebbe fruttato almeno cinquanta milioni di euro, oltre ai sette milioni e mezzo di evasione dell’ecotassa. Trentotto, gli indagati nell’ambito dell’inchiesta: per sapere se saranno o meno rinviati a giudizio bisognerà attendere il prossimo 30 gennaio, con l'udienza preliminare al Tribunale di Salerno.

Ad essere coinvolte, cinque società specializzate nel compostaggio o nello smaltimento di scorie tossiche e nocive. Quattro depuratori - Cuma a Napoli Ovest, Orta di Atella a Napoli Nord, Area casertana a Marcianise e Mercato San Severino - destinati per legge al trattamento delle acque reflue. Le accuse  vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti ambientali, al traffico illecito di rifiuti speciali, disastro ambientale doloso che determina "palesi, evidenti, gravissime conseguenze negative e pericolose per la salute dei cittadini", fino alla gestione illecita di rifiuti inquinanti dispersi nell'ambiente, al danneggiamento aggravato e a falso e truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Tutte attività che sarebbero state commesse in associazione, attraverso una conduzione e una gestione illecita, da cinque aziende la Naturambiente di Castel Volturno (Caserta), la Sorieco di Castelnuovo di Conza (Salerno), la Frama di Ceppaloni (Benevento), l'Ecologia Agizza di Napoli e la Espeko di Quarto (Napoli).

Oltre alla Provincia, dunque, a costituirsi parte civile, il Codacons campano, insieme alle province di Caserta e Napoli, la Regione Campania, Legambiente e Coldiretti. E' conto alla rovescia per l'udienza.

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