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Cronaca Cava de' Tirreni

Estorsione e usura, escluso il metodo mafioso: 3 condanne e 2 assoluzioni per il gruppo Zullo

La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dai giudici della terza sezione penale del tribunale di Salerno

Colpo di scena nel processo a carico del gruppo Zullo. I giudici della terza sezione penale del Tribunale di Salerno hanno condannato Dante Zullo (figlio di Vincenzo) e Vincenzo Porpora a complessivi 26 anni e 3 mesi di carcere per estorsione ed usura, escludendo l’aggravante del metodo mafioso. Assolta per non aver commesso il fatto, invece, Lucia Zullo, che rispondeva di un’ipotesi estorsiva legata ad un’assunzione, e il collaboratore di giustizia Giovanni Sorrentino, finito sotto processo per intestazione fittizia di beni, perché il fatto non costituisce reato.

Le condanne

La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio. In particolare a Dante Zullo sono stati inflitti 12 anni e 21 mila euro di multa, al figlio Vincenzo 7 anni e 6 mila euro di multa e a Vincenzo Porpora 7 anni e 3 mesi con 7 mila euro di multa. La discussione si è protratta a lungo proprio sul successivo verdetto con l’esclusione dell’aggravante del metodo mafioso. Per la Direzione Distrettuale Antimafia, infatti, non ci sono dubbi sul fatto che “Zullo era a capo di un sistema che fondava la forza sul potere dell’intimidazione mafiosa”. E che “forti erano le relazioni e con esponenti delle istituzioni locali”. Come dimostrerebbe, ad esempio, l’altra inchiesta che vede coinvolto l’ex sindaco di Cava Enrico Polichetti. Fatto sta che, ieri, i giudici hanno fatto cadere l’aggravante dell’articolo 7. Ora non resta che attendere le motivazioni della sentenza.

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