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Programma del governo Renzi per rimettere a posto le scuole

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Le riforme sono ambiziose. I costi, di più: almeno 100 miliardi...

E adesso, che succde? Dalla scuola alla pubblica amministrazione passando per le politiche del lavoro, le novità del programma presentato dal neo premier Matteo Renzi. Molte riforme sono da mettere in atto prima dell'inizio del semestre italiano di presidenza europea in luglio.

Edilizia scolastica.
L'Associazione nazionale dei costruttori edili ha presentato nel settembre 2013 un rapporto sull'edilizia scolastica definendo lo stato degli edifici preoccupante per vetustà e rischio in caso di sisma. Oltre 24 mila scuole si trovano in aree a elevato rischio sismico e circa 6.250 sorgono in aree a forte rischio idrogeologico. Qui l'intero documento e questi sono invece i dati di Legambiente. Per metterle in sicurezza secondo l'Ance servirebbero circa 50 miliardi di euro. Renzi vorrebbe mettere subito in uso i 2,5 miliardi già disponibili per i lavori (1,2 stanziati negli ultimi dieci anni per questi lavori e mai usati e 450 dal decreto del Fare e 850 dal 2015 per mutui delle Regioni). Gli interventi andrebbero fatti la prossima estate fra il 15 giugno e il 15 settembre.

Cittadinanza.
Attualmente la cittadinanza italiana si può chiedere al compimento della maggiore età. Il premier propone che si possa essere considerati italiani dopo il completamento di un ciclo scolastico, dunque in quinta elementare per un bimbo nato in Italia.

Pubblica amministrazione.
Renzi prospetta la possibilità, da parte di ogni cittadino, di verificare on line ogni spesa della pubblica amministrazione. E l'addio a dirigenti a tempo indeterminato. Sono 350 le nomine di dirigenti della pubblica amministrazione che dovrebbero toccare al governo Renzi.

Cassa depositi e prestiti.
Per le imprese che deve avere pagamenti dallo Stato la restituzione totale dei crediti utilizzando la Cassa Depositi e Prestiti che sarebbe utilizzata anche per aprire linee di credito di piccole e medie imprese. Cosa è la CDP? Una società per azioni a controllo pubblico (80,1% del capitale è del Ministero dell'Economia, 18,4 di Fondazioni bancarie) che gestisce il risparmio postale e finanzia gli investimenti della Pubblica Amministrazione, le infrastrutture e dovrebbe anche sostenere l'imprenditoria.

Lavoro.
Si chiama Jobs act il piano per il lavoro che dovrebbero contenere la proposta di un sussidio universale di disoccupazione anche per gli autonomi. Per chi perde il lavoro ci sarebbe l'obbligo di seguire un corso di formazione. L'obiettivo è però soprattutto quello di creare posti di lavoro. Si prospettano piani industriali di settore: innovazione tecnologica, energie alternative, investimenti contro il dissesto idrogeologico.

Cuneo fiscale.
È la differenza tra quanto un dipendente si trova in busta paga e quanto invece realmente costa all'azienda. Attualmente il dipendente guadagna poco più di metà di quanto il datore di lavoro spende per lui. Renzi promette di diminuire questa differenza per 8-10 miliardi di euro tagliando del 10% l'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive, e quanto resta con la diminuzione dell'Irpef, l'imposta sul reddito delle persone fisiche. L'agevolazione risulterebbe più alta per i redditi bassi.

Fisco e rendite.
La parola d'ordine è semplificazione a partire da dichiarazioni dei redditi precompilate per dipendenti pubblici e pensionati. Il governo sta valutando l'ipotesi di alzare la tassazione sulle rendite finanziarie, cioè i proventi che derivano dal possesso di una risorsa finanziaria dunque azioni, buoni del tesoro, fondi e simili.

Quanto costa tutto questo?
I conti del piano economico di Renzi li ha fatti Confartigianato: 100 miliardi. 70 servono soltanto per pagare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese, circa 35 per ridurre di 10 punti percentuali il cuneo fiscale.

Riforme istituzionali.
Non solo quella della legge elettorale concordata con l'Italicum (in aula alla Camera da martedì 4 marzo), ma anche quella del Senato che dovrebbe essere formato da rappresentanti degli enti locali e la riforma del titolo V della Costituzione che riguarda Regioni, Province e Comuni, i loro compiti e i rapporti con lo stato centrale. Il sistema di divisione delle funzioni fra enti locali e governo centrale anche secondo la Corte Costituzionale è ormai inadeguato.

Giustizia.
È giugno il mese della riforma della giustizia secondo i progetti di Renzi, una riforma del settore civile, di quello penale e della giustizia amministrativa.

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